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Puri - il tradizionale pane fritto indiano

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Lo so, il post precedente doveva essere l'ultimo per quanto riguarda la cucina indiana, ma questo pane fritto che è uno dei più apprezzati street food dell'India rappresentava un pò una sfida.
Viene consumato come prima colazione, snack o pasto veloce e normalmente accompagna contorni vegetariani. Viene anche offerto agli Dei durante le cerimonie rituali ( Pūjā )che possono svolgersi davanti ad un'immagine o una statua del dio che si vuole adorare e dopo la cerimonia viene consumato dall'offerente come cibo benedetto (prasada). La parola puri (o poori) significa letteralmente pane e deriva dalla parola in sanscrito pūrikā.
In ogni strada dell'India si possono trovare venditori ambulanti che da quei dischi piatti di pasta gettati nell'olio caldo ottengono dei pani gonfi e leggeri che possono anche esseri riempiti di contorni diversi (patate, cavolfiore, piselli, spinaci, lenticchie tutti arricchiti di spezie) e tuffati in una salsa piccante, il "pani", a base di foglie di coriandolo e menta frullate e diluite in acqua, succo di limone e tante spezie.

Venditori ambulanti di puri a Varanasi (foto da wikipedia di Ben Snooks)
Qualche ricetta prevede l'uso di solo semolino, altre invece di semolino misto a farina di grano tenero, qualcuno usa una punta di lievito in polvere, oltre al sale, un cucchiaio d'olio ed  acqua calda.
La maggior parte fa riposare a temperatura ambiente l'impasto avvolto in pellicola per circa 20 minuti, altri invece asseriscono che debba essere subito fritto per non assorbire olio.

Su una cosa sono tutti d'accordo, mentre l'impasto per il chapati deve essere morbido quello per il puri deve essere piuttosto duro.

Io, non fidandomi troppo delle mie capacità, alla fine ho scelto una ricetta che prevedesse una punta di lievito ma sembra che non sia affatto indispensabile per la riuscita dei puris.

Ingredienti:
  • 1 cup di semolino (circa 200 gr)
  • 2 cucchiai di farina 
  • una punta di lievito in polvere
  • 1 cucchiaio d'olio
  • 1/2 cup di acqua calda (120 ml) 
Mescoliamo il semolino con la farina ed il sale, aggiungiamo l'olio e poca per volta l'acqua calda fino ad ottenere un impasto piuttosto duro. Lo avvolgiamo nella pellicola e lasciamo riposare per 20 minuti a temperatura ambiente. Come vi ho detto sopra alcuni preferiscono usare subito l'impasto perché non assorbirebbe l'olio.





Se volete dei puris piccoli potete stendere col mattarello sul piano sporcato con un goccio d'olio l'impasto e ricavare con dei cutters dei tondini che stenderete ancora uno alla volta.



Se invece volete dei puris più grandi dividete l'impasto in parti uguali, ricavatene delle palline e stendetene una per volta col mattarello.


L'olio dovrà essere profondo e caldo ma non troppo.
Immergete il puri nell'olio e tenetelo sotto il livello dell'olio con una schiumarola, vedrete che si gonfierà come un palloncino. 
Se non si gonfiasse subito uniformemente  voi aiutatelo schiacciandolo leggermente con la schiumarola nella parte già gonfiata. 




Voltatelo e appena dorato fatelo scolare su della carta da cucina.


Questi sono i puris più piccoli. 
Dopo aver visto i vari video su come realizzarli sono arrivata ad una mia conclusione. 
Se vorrete utilizzarli come piccoli contenitori facendo un buchino ad una estremità, riempiendoli con un cucchiaino di vegetali ed immergerli nel puri di cui si riempiranno, dovrete farli piccoli perché debbono essere mangiati in un solo boccone e debbono essere preparati con semolino ed  appena 2 cucchiai di farina in modo che rimangano croccanti e vuoti.

Pani puri o golgappa (foto da wikipedia di Yusuke Kawasaki)

Se invece vorrete utilizzarli come accompagnamento ai piatti possono essere più grandi e si può usare della farina di grano duro che li farà rimanere più morbidi.

Questo pane è buonissimo anche come accompagnamento ai nostri salumi tradizionali, un pò come "il gnocco fritto bolognese".


Ricetta per l'Abbecedario culinario mondiale ospitato per l'India da Cinzia di "Cindystarblog.blogspot.it".

Con questa ricetta saluto con nostalgia questo meraviglioso paese dai mille contrasti, dai profumi intensi ed inebrianti, dai vicoli grigi ma brulicanti di umanità e ravvivati dai colori vivacissimi degli stupendi sari delle donne indiane.

Arrivederci a presto!!  जल्द ही फिर मिलेंगे

Aussie meat pie - la torta salata tipica dell'Australia

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Abbiamo appena lasciato l'India con i viaggiatori dell'Abbecedario culinario mondiale ed attraversando l'Oceano Indiano abbiamo sorvolato l'Equatore e siamo giunti nell'emisfero australe, esattamente in Australia.
Una terra caratterizzata da specie vegetali ed animali endemiche che potrebbero essere messe a rischio dall'introduzione di altre specie da parte dell'uomo, per questo motivo una recente legge del Parlamento Federale protegge l'ecosistema australiano.


Sinceramente della cucina di questo paese conosco ben poco e questa sarà l'occasione per scoprirla, guidati da Haalo che vive a Melbourne e che ci ospiterà nel suo blog "Cook almost anithing".

La prima ricetta che ho voluto realizzare è una torta salata, la Aussie meat pie, che sembra gli australiani amino molto.
Il ripieno può essere, oltre a quello di carne di manzo, anche di pollo, cipolle, funghi, verdure in genere, pesce, formaggio o altro, praticamente per tutti i gusti.


 Ingredienti (per 5 tortine monoporzioni da 12 cm di diametro)

- Per la short crust pastry (che servirà come base delle tortine)


  • 250 gr di farina 00
  • 110 gr di burro
  • un bel pizzico di sale 
  • 5 cucchiai di acqua fredda
- Una confezione di pasta sfoglia da 250 gr  (che servirà per chiudere le tortine)

- Per il ripieno di carne
  • 1 cucchiaio abbondante di olio e.v.o.
  • 1 cipolla media tritata finemente
  • 500 gr di carne tritata (io ho usato pollo e manzo)
  • 130 ml di brodo di carne
  • 1 cucchiaio di amido di mais
  • 1 cucchiaio di salsa  Worcestershire
  • 1 dado da brodo vegetale
  • 2 cucchiai di concentrato di pomodoro
  • pepe nero macinato
  • origano
  • noce moscata grattugiata
- Un uovo per pennellare le tortine


Ho iniziato a preparare la short crust pastry intridendo il burro 

con la farina ed il sale usando i polpastrelli delle dita, ho poi unito l'acqua fredda e dopo aver formato un impasto liscio e compatto ho fatto riposare in frigorifero avvolto nella pellicola per almeno 30 minuti.



Nel frattempo ho preparato il ripieno mettendo la cipolla tritata ad imbiondire in una padella con l'olio, ho quindi aggiunto la carne ed una volta appena rosolata ho aggiunto le spezie e l'origano, quindi l'amido di mais sciolto in un cucchiaio di brodo, il dado sbriciolato, il concentrato di pomodoro, la salsa Worcestershire ed il restante brodo facendo cuocere tutto per almeno 10 minuti.
Ho quindi lasciato raffreddare il ripieno.





Ho ripreso la short crust pastry, l'ho stesa con il mattarello sul piano infarinato e ci ho rivestito gli stampini.



Ho riempito con il ripieno e quindi chiuso con un disco di pasta sfoglia sigillando bene i bordi con le dita.


Ho quindi spennellato con l'uovo battuto e fatto cuocere mettendo gli stampini su una teglia già scaldata nel forno a 220° e fatto cuocere per circa 25 minuti.




Un rapido passaggio sotto al grill per far imbiondire anche la superficie e le tortine sono pronte per essere accompagnate con il ketchup.



A presto!! ^-^ 

Sheep cake per un primo compleanno

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Chi mi segue da un po' sa benissimo che la mia grande passione è creare torte decorate, sì quello che ormai tutti chiamano cake design ed anche se non cerco più come i primi tempi ogni piccola occasione per crearne farlo mi riempie sempre di gioia.
Studiarmi il soggetto, caratterizzarlo per renderlo particolare ed adatto a chi è destinata la torta fa parte della preparazione e quando mi soddisfa è bellissimo.
Questa volta la torta è per un bimbo che compie il suo primo anno, quindi un compleanno importante. La mamma ha voluto che ci fosse come decorazione un agnellino di peluche che il bambino ama, ma come agnellino non è bellissimo, dovevo quindi renderlo simpatico con l'espressione del viso, la postura, la posizione delle orecchie. Beh, dopo averlo studiato un pò tutto è venuto come volevo: occhi dolci, espressione tenera, un bell'agnellino dal musino nero che è uguale al peluche ma che ho cartoonizzato (sarà corretta questa espressione??) e reso simpatico.

Può essere anche una simpatica shower cake!!

Ho usato una base da 20 cm di un'eccellente alternativa al pan di spagna divisa in 3 strati che ho bagnato con del maraschino allungato con latte e zucchero, farcita con doppio strato di crema al latte senza uova e gocce di cioccolato e stuccato il tutto con della ganache al cioccolato al latte.

Dopo una nottata in frigorifero l'ho rivestita di mmf e rifinita con le decorazioni in pasta di zucchero. 





Sotto un cielo dove brillano la luna e le stelle l'agnellino dal musino nero festeggia il primo compleanno del suo piccolo amico Gabriele!!

P.S. Mio figlio e la ragazza sono andati alla festa del bimbo con la loro torta come regalo, spero tanto che piaccia alla mamma (il bimbo non ho idea quanto possa apprezzarla)........di sicuro è stata fatta con tanto amore!!!   ^-^

Homemade Iced Vovo's - i tipici biscotti glassati australiani per accompagnare il tè

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Con la comitiva dell'Abbecedario culinario mondiale siamo in Australia e come non andare a scovare le tipiche ricette di dolci di questo paese?

Sembra che uno dei biscotti più amati sia l'iced VoVo che viene prodotto dalla Arnott's fin dal 1906.
Come si può leggere sul sito della Arnott's sono dei biscotti glassati da due strisce di fondente rosa ed una striscia di confettura di fragole (strawberry jam) e tutto cosparso di cocco disidratato.
Ho trovato alcune ricette australiane per prepararli in casa, in tutte la ricetta per il biscotto era una frolla con un solo uovo ma ricca di burro, mentre per la glassatura rosa c'è chi utilizza dei marshmallows rosa sciolti con un poco di burro e chi invece dello zucchero a velo sciolto con dell'acqua bollente, un pò di burro e del colorante alimentare rosa. Riguardo invece alla confettura utilizzata parlavano di raspberry jam cioè confettura di lamponi, ma io ho utilizzato quella di fragole come indicato da Arnott's.
Vi riporto la ricetta a cui ho sostituito i grammi alle cup.

Ingredienti per gli Iced VoVos fatti in casa:

  • 225 gr di burro a temperatura ambiente
  • 200 gr di zucchero semolato
  • 95 gr di farina autolievitante
  • 280 gr di farina 00
  • 1 uovo intero a temperatura ambiente
Per la glassa rosa
  • 250 gr di zucchero a velo setacciato
  • 2 cucchiaini di burro morbido
  • 3 - 4 cucchiai di acqua bollente
Confettura di fragole 170 gr 

Cocco disidratato 170 gr

Con le fruste montare il burro morbido con lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso a cui aggiungere l'uovo sempre con le fruste fino ad averlo completamente incorporato.


Con una spatola unire le farine setacciate per formare un impasto omogeneo e morbido da avvolgere nella pellicola e far riposare almeno 30 minuti in frigorifero.



Quando l'impasto si è riposato stenderlo tra due fogli di carta da forno leggermente infarinati ad uno spessore di 5 mm e poi ritagliare dei rettangoli da 4 x 5 cm oppure dei quadrati da 5 x 5 cm.


Posarli su una teglia foderata di carta da forno ben distanziati tra di loro e lasciarli riposare in frigorifero fino a che il forno non è ben caldo a 150°.




L'unico problema che ho notato è che avendo cotto a 150° come indicato i biscotti hanno impiegato più tempo per cuocere ed hanno quindi perso la forma iniziale allargandosi un po'.
Vi consiglierei quindi di cuocerli a 180°.

Inserire le teglie nel forno e far cuocere fino a che i biscotti siano di un bel dorato chiaro. Loro dicono 15 minuti, voi regolatevi secondo il vostro forno.

Tirare fuori dal forno le teglie e farli raffreddare su una gratella solo dopo 10 minuti.

Preparare quindi la glassa mescolando in una ciotola lo zucchero a velo setacciato con il burro, l'acqua bollente e le gocce di colorante rosa. Non vi ho fatto le foto ma perché è veramente una cosa semplicissima.

Stendere due strisce di  glassa di 1 cm ai lati del biscotto, nella striscia centrale stendere la confettura di fragole e cospargere con il cocco disidratato.







Non saranno perfetti come quelli della Arnott's ma vi assicuro che sono deliziosi, sia per accompagnare una tazza di tè che come merenda per i bambini.

Anche questa ricetta si unisce alle altre raccolte per l'Australia da Haalo di "Cook almost anithing".

Raspberry & white chocolate coconut bread - il pane dolce per la colazione australiana

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Alla ricerca di ricette tipiche australiane per l'Abbecedario culinario mondiale sono incappata in questo pane dolce a base di cocco e lamponi che sembra essere molto amato per la prima colazione, magari anche tostato ed accompagnato da un velo di burro e confettura.

Quelli che noi chiamiamo frutti di bosco sono coltivati ed anche molto apprezzati in Australia. Ho trovato addirittura un sito che informa sulle aziende agricole australiane dove è possibile fare la raccolta di bacche (more, mirtilli, mirtilli rossi lamponi e fragole), un'esperienza piacevole da fare in estate, da dicembre a marzo.
Il mio bread non è esattamente solo con lamponi, visto che freschi non ne ho trovati ho dovuto ripiegare sul surgelato, ma al supermercato avevano solo confezioni di frutti di bosco misti, per cui sarebbe più giusto chiamarlo "berries & white chocolate coconut bread".



Ingredienti:

  • 300 gr di farina autolievitante (io ho usato normale farina 00 con l'aggiunta di 3 cucchiaini di lievito per dolci ed un pizzico di sale)
  • 85 gr di cocco disidratato
  • 155 gr di zucchero semolato
  • 185 gr di lamponi surgelati (io frutti di bosco misti)
  • 100 gr di cioccolato bianco tritato grossolanamente
  • 185 ml di latticello (io metà latte e metà yogurt al naturale)
  • 125 gr di burro fuso
  • 2 uova intere 
  • fiocchi di cocco per guarnire (io cubetti di cocco)
Per prima cosa preriscaldare il forno a 180°.

In una ciotola capiente mescolare prima i prodotti secchi (farina, cocco, zucchero), aggiungere quindi il cioccolato bianco tritato ed i lamponi.


Nel centro versare il latticello insieme alle due uova leggermente battute mescolando con un cucchiaio di metallo per amalgamare le polveri, quindi aggiungere il burro fuso tiepido ma senza lavorare troppo il composto.



Versare l'impasto in uno stampo da plumcake da 11 x 21 cm (misure della base) foderato con carta da forno, cospargere i fiocchi di cocco sulla superficie e cuocere a 180° per 1 ora e 1/4 , controllando comunque la cottura con uno stecchino.




Anche questa ricetta è destinata al blog di Haalo"Cook almost anythingche ci ospita per l'Australia.
Alla prossima ^-^

Anzac biscuits - gli storici biscotti delle truppe australiane

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Parlare di dolci australiani e non soffermarsi sugli Anzac biscuits non è possibile. Sono forse i biscotti più famosi in Australia ed il loro nome è l'acronimo di Australian and New Zealand Army Corps poiché furono i biscotti che ricevevano i soldati australiani e neozelandesi che combattevano lontani durante la Prima Guerra Mondiale e fatti amorevolmente da madri, spose e fidanzate.
Questo nome è stato coniato nel 1915 mentre le truppe australiane e neozelandesi si addestravano in Egitto, e fu usato anche per indicare i soldati stessi, da cui l'istituzione nel 1916 dell'Anzac Day, l'anniversario che commemora lo sbarco delle truppe Anzac a Gallipoli avvenuto il 25 aprile 1915.
Le caratteristiche di questi biscotti erano quella di essere in grado di conservarsi a lungo, dato che il viaggio per giungere ai soldati cui erano destinati poteva durare anche più di due mesi, ed avere un buon valore nutrizionale.
Erano privi di uova perché scarseggiavano e per evitare che si deteriorassero, contenevano invece golden syrup o melassa che ne garantivano la conservazione.
Venivano inviati nelle scatole di latta per il tè (Billy Tea tins)a chiusura ermetica che ne garantivano la croccantezza.
Visto che anche Rosa Maria di "Torte e dintorni"li ha realizzati io ho scelto di fare la versione in cui risultano leggermente più morbidi e più alti, come spiega il sito Exclusively Food australiano.
Nella preparazione è previsto il golden syrup che ho fatto in casa seguendo la stessa ricetta che ha seguito Rosa Maria, se vi interessa andate a vedere il suo post.
Otterrete uno sciroppo squisito, dal sapore leggermente caramellato e con un lievissimo aroma di limone, è buonissimo anche per dolcificare tè o caffè.
Questo è il meraviglioso risultato.


Io ho preso la ricetta da "Excluusively Food.com" che è identica a quella del sito dell'Anzac Day, l'unica differenza è nella grandezza dei biscotti che per il sito dell'Anzac Day debbono essere formati con un cucchiaino da tè.
Questa è la versione meno sottile e più morbida di Anzac, se volete quella più sottile la trovate qui.

Ingredienti per circa 21 Anzac biscuits:

  • 120 gr di burro
  • 2 cucchiai di golden syrup (40ml)
  • 92 gr di fiocchi d'avena
  • 85 gr di cocco disidratato
  • 150 gr di farina 00
  • 168 gr di zucchero semolato
  • 1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio (3 gr)
  • 1 cucchiaio di acqua bollente (20 ml)
Mescoliamo in una ciotola e le polveri, farina, fiocchi d'avena, zucchero e cocco disidratato.


Facciamo sciogliere il burro in una casseruola, vi uniamo il golden syrup ed il bicarbonato precedentemente sciolto con il cucchiaio d'acqua bollente. Mescoliamo bene, il composto di burro a contatto con il bicarbonato svilupperà della schiuma.

 
Versiamo il composto di burro, golden syrup e bicarbonato sulle polveri e mescoliamo molto bene.


Pressiamo molto bene una cucchiaiata di composto e la poniamo su una teglia foderata di carta da forno. Ogni cucchiaiata dovrà essere distanziata dalle altre.



Poniamo in forno già caldo a 160° e facciamo cuocere per 20 minuti.




Appena estratti dal forno sono morbidi, ma non appena si freddano gli Anzac prendono la loro giusta consistenza.



Anche questa ricetta partecipa alla raccolta dell'Abbecedario culinario mondiale che per l'Australia è ospitato dal blog di Haalo
Alla prossima ricetta!




Golden syrup dumplings - gli gnocchi dolci australiani

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Questi semplici gnocchi di farina, cotti in uno sciroppo contenente anche golden syrup,  tipici della cucina australiana sembra che siano anche molto amati dagli australiani.
Molte ricette tipicamente australiane sono preparate con ingredienti semplici, forse proprio per la carenza di molti prodotti che i primi colonizzatori dovettero affrontare.
Anche se si potrebbe pensare ad una ricetta legata alla Grande Depressione che colpì nella seconda metà dell'800 il mondo sviluppato, sembra che invece risalga ai primi insediamenti bianchi in Australia ed infatti nel libro storico di Peter Carey "Oscar e Lucinda" la protagonista femminile  era ghiotta di golden syrup dumplings fin da bambina, prima della Grande Depressione.
Se volete cimentarvi nella loro realizzazione questa è la ricetta.

Ingredienti dei Golden Syrup Dumplings:

Per gli gnocchi

  • 225 gr di farina autolievitante
  • 185 ml di latte
  • 50 gr di burro
  • 1 cucchiaio abbondante di golden syrup
Per lo sciroppo
  • 155 gr di zucchero di canna
  • 60 ml di golden syrup
  • 50 gr di burro
  • 500 ml di acqua
  • una punta di cannella aggiunta da me (chiedo perdono agli australiani!!!)

Prepariamo subito lo sciroppo mettendo tutti gli ingredienti in una larga pentola pesante possibilmente antiaderente e portare ad ebollizione.



Nel frattempo versiamo la farina in una ciotola, vi intridiamo il burro con la punta delle dita, al centro versiamo il golden syrup ed il latte e mescoliamo tutto per avere un composto omogeneo.




Con due cucchiai versiamo nello sciroppo che bolle delle cucchiaiate di impasto, abbassiamo la fiamma e facciamo cuocere con un coperchio per 20 minuti.




Con uno stecchino controlleremo che se infilzato negli gnocchi ne esca pulito.




Servire i dumplings tiepidi con il loro sciroppo e volendo accompagnando il tutto con del gelato alla crema.




Ricetta per l'Abbecedario culinario mondiale ospitato per l'Australia da Haalo di "Cook almost anything".

Pavlova - un candido dessert australiano per il prossimo Natale

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Non potevo lasciare l'Australia senza aver provato questo dolce dall'eleganza raffinata, eleganza eterea degna della ballerina russa Anna Pavlova per cui venne creato.
Credo che non si riuscirà mai a stabilire con esattezza se la Pavlova la inventarono gli australiani o i neozelandesi che entrambe ne rivendicano la paternità, o se la sua prima comparsa sia avvenuta intorno alla fine degli anni venti o i primi degli anni trenta.
Di fatto è un dolce ormai tradizionale nei due paesi e quindi è sicuramente legittimo considerarlo anche un dolce australiano.
E' un dolce molto semplice, una base di meringa croccante fuori e morbida dentro, ricoperta  di panna montata e frutta fresca.
Ho voluto realizzare delle porzioni individuali perché credo sia più bello offrire a ciascun ospite una perfetta mini - pavlova piuttosto che una fetta non perfetta tagliata da una grande.
Questo perché  quando si taglia la pavlova proprio per la sua croccantezza esterna e la morbidezza dell'interno la sfoglia esterna cede, non permettendo di ottenere delle fette regolari.
C'è chi la riveste di crema pasticcera, ma a mio avviso il contrasto tra il colore della frutta ed il bianco candido di panna e meringa è molto più suggestivo e raffinato.
Sentitevi liberi di usare la frutta che più vi piace, anche se il colore dei frutti di bosco è quello più suggestivo.
Io ho seguito le ricette australiane per gli ingredienti ed il procedimento, ma per la cottura ho preferito diminuire la temperatura e la durata secondo quanto indicato in vari siti italiani per ottenere una meringa perfettamente bianca, con la giusta croccantezza all'esterno e morbidezza all'interno.


Ingredienti per 6 pavlovas individuali da 10 cm di diametro:

Per le meringhe

  • 3 albumi a temperatura ambiente (circa 100 gr)
  • 200 gr di zucchero semolato passato nel frullatore
  • un pizzico di sale
  • 1 cucchiaio di amido di mais
  • una punta di cucchiaino di cremor tartaro
  • 1 cucchiaino di aceto di vino bianco
  • 1 cucchiaio di estratto di vaniglia o 1 cucchiaino di succo di limone
Per la panna montata
  • 200 ml di crema di latte
  • 1 cucchiaino di zucchero a velo
Per decorare
  • 6 cucchiai colmi di frutti di bosco misti
  • 2 cucchiaini di zucchero semolato 
  • 1 cucchiaio d'acqua
Iniziamo a preparare la meringa.
Gli albumi debbono essere a temperatura ambiente e quindi non fredde di frigorifero. Togliete le uova dal frigo almeno 6 ore prima di utilizzare le chiare.
Strofiniamo con mezzo limone la ciotola della planetaria, ci versiamo quindi gli albumi con il pizzico di sale ed avviamo la frusta fino a che non iniziano ad essere schiumosi, iniziamo quindi ad aggiungere lo zucchero un cucchiaio alla volta, all'ultimo cucchiaio di zucchero mescoliamo anche l'amido di mais ed il cremor tartaro e versiamo anche l'aceto e la vaniglia. 
Continuiamo a montare con la frusta fino a che gli albumi non formano dei picchi rigidi.


A cucchiaiate versiamo la meringa sulla carta da forno dove avremmo
disegnato 6 cerchi da 10 cm di diametro e sempre con il cucchiaio formeremo un leggero incavo all'interno di ciascuna.


Inforneremo in forno già caldo a 80° per 50 minuti.


Lasciamo raffreddare con lo sportello del forno tenuto semiaperto con il manico di un cucchiaio di legno.
Le meringhe dovranno presentarsi completamente bianche.

I gusci di meringa possono essere preparati anche in precedenza, mentre debbono essere farciti al momento di servirli.

Ora montiamo la panna con lo zucchero a velo e ne poniamo 3 belle cucchiaiate sulla meringa dove con i pollici avremo leggermente schiacciato l'incavo centrale.

In una padella antiaderente versiamo i frutti di bosco con lo zucchero e l'acqua e li poniamo sul fuoco a fiamma bassa quanto basta a far sciogliere lo zucchero. Li lasciamo freddare quindi li versiamo delicatamente sulla panna con il loro succo.
Una leggerissima spolverata di zucchero a velo sui frutti di bosco e le pavlovas sono pronte per estasiare i palati !!


Non è invitante?? Vi assicuro che è favolosa e l'acidità dei frutti di bosco contrasta perfettamente il dolce della meringa.
Dimenticavo, l'aceto usato nella meringa non si sente affatto e
nella versione con i frutti di bosco sembra che la pavlova sia uno dei dolci natalizi australiani, i suoi colori sono proprio adatti al Natale!!

Ricetta per l'Abbecedario culinario mondiale ospitato per l'Australia da Haalo di "Cook almost anything".


Carrot, coconut and pineapple cake - la torta senegalese di carote dello chef Pierre Thiam

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Da lunedì scorso con l'Abbecedario culinario mondiale abbiamo lasciato l'Australia e siamo volati in Africa occidentale, esattamente in Senegal, quarta tappa del nostro viaggio alla scoperta di ricette di paesi tanto lontani da noi.
Siamo ospitati da Lynne nel suo blog "Cafe Lynnylu" dove ci ha parlato del Senegal e dei suoi prodotti tipici.




La cucina senegalese è considerata la più interessante dell'Africa occidentale e tra le migliori di tutta l'Africa. 
Per gli abitanti il pasto è considerato un momento di condivisione, un'occasione per incontrarsi ed infatti si mangia tutti seduti intorno ad un tappeto prendendo il cibo da un unico vassoio che può contenere fino a 10 porzioni.
La grande ospitalità dei senegalesi fa sì che in presenza di ospiti si cucinino i piatti più pregiati di cui verranno offerti agli ospiti le parti migliori.
Si mangia con la mano destra, senza usare posate, prendendo un pò di riso che viene appallottolato e portato alla bocca mentre ad un eventuale ospite europeo viene offerto un cucchiaio.
La carne, il pesce e le verdure vengono serviti già tagliuzzati dalla padrona di casa.
Sembra che verso l'interno del paese si possano scoprire i veri sapori tradizionali di un tempo.
I dolci non vengono quasi mai serviti a fine pasto ma costituiscono la colazione o la merenda ed hanno subito maggiormente l'influenza francese.

La ricetta di questo dolce, la "torta di carote, cocco ed ananas", l'ho trovata su questo sito ed è del famoso chef senegalese PierreThiam che è anche scrittore di libri di cucina ed ambasciatore della cucina senegalese nel mondo.

Ingredienti (per una teglia da 18 x 28 cm):

  • 320 gr di zucchero semolato
  • 5 uova grandi
  • 360 ml di olio di semi di arachidi
  • 180 gr di farina 00
  • un pizzico di sale 
  • 2 cucchiaini di cannella in polvere 
  • 1 cucchiaino di noce moscata grattugiata
  • 1 cucchiaino di bicarbonato di sodio
  • 1 cucchiaino di lievito in polvere per dolci
  • 2 cucchiaini di estratto di vaniglia
  • 390 gr di carote grattugiate
  • 100 gr di cocco grattugiato ( io ho usato quello disidratato)
  • 100 gr di ananas sciroppato sgocciolato e schiacciato con una forchetta
  • 50 gr di noci tritate grossolanamente

Per prima cosa montare con le fruste elettriche le uova con lo zucchero ed il pizzico di sale fino ad averle bianche e spumose.
Aggiungere poi lentamente l'olio sempre con le fruste elettriche fino a che non si è incorporato con le uova montate.
In una ciotola a parte setacciare la farina con il bicarbonato, il lievito, la noce moscata e la cannella ed aggiungere tutte le polveri mescolate nel composto mescolando sempre con le fruste.



Per ultimi aggiungere le carote crude sbucciate e grattugiate, il cocco, le noci sminuzzate grossolanamente, l'ananas sciroppato che avrete ben sgocciolato dal liquido e schiacciato con una forchetta, incorporando tutto con le fruste.
Versare l'impasto in una teglia rettangolare rivestita di carta da forno e cuocere in forno a 175° fino a quando uno stecchino non ne esca asciutto.
Se dovreste vedere che impiega molto prima di cominciare a cuocere anche la parte superiore della torta, abbassate la temperatura a 160° perché nel forno tradizionale il fondo della torta tende a scurirsi facilmente.




Una spolverata di zucchero a velo e la vostra colazione con i profumi del Senegal è pronta!!!





Ci vedremo ancora con altre ricette senegalesi!!  ;-)



La "mia" torta Tiramisu per il mio compleanno

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Ieri ho festeggiato il mio ehm ehm  .........novesimo compleanno, (per la parte mancante immaginate voi, meglio rimanere sul vago) e mi sono voluta preparare una torta che mangiassero volentieri anche marito e figli!!
Se c'è un dolce che mette tutti d'accordo, accontentando specialmente il figlio maschio, quello è sicuramente il "tiramisu", ma esteticamente non è che renda molto, quindi ho deciso di realizzare una "MIA" torta Tiramisu.
Ero partita con l'idea di fare quella del grande maestro Montersino, ma il pensiero di utilizzare ben 16 uova mi ha decisamente smontato.
Allora ho fatto a modo mio e qui di seguito vi spiego.


Ingredienti (per una tortiera da 20 cm di diametro):

Per la base 

  •  "eccellente alternativa al  pan di spagna"secondo le dosi e le indicazioni di questa ricetta ma cotto in una tortiera da 20 cm di diametro

Per la crema Tiramisu

  • 4 tuorli d'uovo a temperatura ambiente
  • 160 gr di zucchero
  • semi di una bacca di vaniglia
  • 500 gr di mascarpone
  • 500 ml di panna fresca da montare
  • 6 fogli di gelatina

Per la bagna 

  • caffè espresso realizzato con una macchinetta per 3 persone

Per decorare

  • cacao amaro in polvere
  • nocciole caramellate
  • scaglie di cioccolato  
Quando la vostra base di "eccellente alternativa al pan di spagna"è pronta e fredda cominciate a preparare la crema Tiramisu.

In un recipiente di acciaio iniziate a montare le uova con lo zucchero ed i semi di vaniglia, quando sono abbastanza montati ponete il recipiente su una pentola dove avrete dell'acqua che bolle dolcemente senza che questa tocchi il fondo del recipiente e continuate a montare per 10 - 15 minuti con le fruste a bagnomaria. In questo modo si sostituisce la pastorizzazione che effettua Montersino utilizzando sciroppo di zucchero al posto del normale zucchero.
Mettete a bagno i fogli di gelatina per 10 minuti in acqua fredda  e quindi strizzateli e fateli sciogliere in 2 cucchiai di panna fatti scaldare sul fuoco. Aggiungete il tutto ai tuorli montati amalgamando con pochi colpi di fruste elettriche.

In un'altra ciotola montate insieme con le fruste il mascarpone con la panna di cui ne avevate preso prima 2 cucchiaiate.

A mano amalgamate il mascarpone e la panna montati insieme alla crema di uova e zucchero con una spatola, girando delicatamente dal basso verso l'alto.

Per il montaggio iniziate a dividere in due l'alternativa al pan di spagna, ponete la prima parte all'interno di un cerchio apribile con il fondo chiuso da pellicola trasparente ed all'interno del quale avrete posto un cerchio di acetato.
Bagnate la base con il caffè amaro (ma se a voi piace più dolce zuccheratelo tranquillamente), quindi versate sopra metà della crema Tiramisu e se volete potete anche spolverare con del cacao amaro.
Ponete quindi sopra l'altro strato di alternativa al pan di spagna, lo bagnate con il caffè e versate sopra la restante crema Tiramisu.

Ponete quindi tutto in freezer per almeno 3 ore.

Quando dovrete servire la torta la toglierete dal freezer, dopo una mezz'ora cospargete tutto il bordo della torta con scaglie di cioccolata e spolvererete la sommità con il cacao amaro.

Qualche nocciola caramellata nello zucchero sciolto in una padellina da cui ricavare anche qualche filo di zucchero caramellato, li disponete sul top della torta ed è pronta per fare la sua figura a tavola.  



Questa è la fetta, morbida e cremosa, deliziosa!!  


Alla prossima ricetta!! ;-)

Cinq centimes biscuits - i biscotti di zucchero guarniti con burro di arachidi dal Senegal

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Siamo ancora in Senegal con tutta la comitiva dell'Abbecedario culinario mondiale, sempre ospitati da Lynne nel suo blog 
"Cafe Lynnylu". 

Il Senegal  è uno dei paesi dell'Africa occidentale in cui si consumano più legumi e tra questi troviamo le arachidi che sono ricche di proteine e niacina (vitamine PP e B3 ).
Vengono consumate fresche o seccate, ma anche bollite oppure ridotte in pasta per ottenere il burro di arachidi, oltre chiaramente a ricavarne l'olio.

Venditrice di arachidi a Dakar (foto da wikipedia di Vincenzo Fotoguru Iaconianni)
Questa ricetta di biscotti, di chiara origine francese, mi ha fatto subito simpatia, sarà l'aspetto, sarà che sono coperti da un leggero strato di burro di arachidi, ma ho voluto provare a rifarli.
Vengono venduti in tutti i mercati di Dakar e sono amati dai bambini ma anche dagli adulti.
Potete realizzare da soli i biscotti di zucchero, come ho fatto io, oppure comprarli e poi guarnirli.



Ingredienti (per 26 biscotti):

Per i biscotti di zucchero

  • 240 gr di farina 00
  • 215 gr di zucchero semolato
  • 2 cucchiaini di lievito in polvere
  • 113 gr di burro
  • 2 uova grandi
  • 2 cucchiaini di vaniglia
  • un pizzico di sale 
Per guarnire 

  • burro di arachidi
  • arachidi tostate intere o tritate
 
Mescolare insieme la farina con il sale ed il lievito, formare una fontana e mettere al centro il burro che con la punta delle dita farete ben intridere delle polveri fino a formare un composto granuloso.


Riformare la fontana ed al centro versare lo zucchero, la vaniglia e le uova che con una forchetta verranno uniti e poi amalgamati con il composto granuloso. 


Formare velocemente un impasto compatto con le mani e poi far riposare avvolto nella pellicola per 30 minuti in frigorifero.


Toglierlo dal frigo e formare con l'impasto tante palline da posizionare ben distanziate u una teglia foderata di carta da forno.


Con l'aiuto di un ulteriore foglio di carta da forno ed il fondo di un bicchiere schiacciare le palline formando i biscotti.


Porre in forno già caldo a 190° e cuocere per circa 15 minuti.
Non preoccupatevi se li vedete ancora molto morbidi, una volta freddi prenderanno la giusta consistenza.

Una volta freddi staccarli dalla carta da forno, spalmarne la superficie di burro di arachidi e guarnire con arachidi tostate.


I biscotti di zucchero sono già deliziosi da soli, ma con il burro di arachidi e le noccioline diventano strepitosi, fatene parecchi altrimenti i vostri bambini non ve ne lasceranno nemmeno uno!!  ;-) 

Zelten del Trentino Alto Adige - il dolce tradizionale del Natale

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In questi giorni di festa i dolci hanno una parte importantissima sulle nostre tavole. Ma se panettone e pandoro hanno conquistato tutta l'Italia, moltissimi altri dolci tradizionali sono rimasti relegati nella loro regione d'origine, variando ricetta addirittura di paese in paese all'interno della stessa regione.

Uno di questi è lo zelten il cui nome deriva dalla parola tedesca "selten" che vuol dire "a volte", proprio per indicare l'eccezionalità di questo dolce che si preparava solo per Natale. 

Fa parte dei pani dolci delle feste, un impasto fatto di farina e uova o anche solo di pasta di pane ed arricchito di tutta la frutta secca che si aveva a disposizione. Gli stessi ingredienti che in tutta Italia riescono a dar vita ad una miriade di pani dolci diversi uno dall'altro ma tutti squisiti.

La ricetta dello zelten varia molto di valle in valle ed ogni famiglia ha la sua versione, sommariamente si può distinguere quello fatto in Trentino da quello del Sudtirolo e Bolzano, infatti la versione trentina è meno ricca di frutta secca e più ricca di pasta, al contrario di quella bolzanina e sudtirolese che è un vero tripudio di frutta secca con un minimo d'impasto che serve a contenerla.

Io questa volta ho deciso di realizzare le versione trentina e di seguito vi posto la ricetta.

Ingredienti:

  • 450 gr di farina 00
  • 4 uova 
  • 150 gr di burro
  • 200 gr di zucchero a velo
  • 1 bustina di lievito vanigliato
  • 50 gr di uva sultanina
  • 50 gr di pinoli (io non li avevo e li ho sostituiti con le nocciole)
  • 50 gr di mandorle spellate
  • 100 gr di cedro ed arancia canditi
  • 50 gr di datteri
  • 50 gr di gherigli di noce
  • 50 gr di albicocche essiccate
  • 1 dl di grappa (io ho usato del rum bianco)
  • 1 pizzico di cannella in polvere
  • 1 pizzico di chiodi di garofano in polvere
  • 3 cucchiai di latte per spennellare il dolce
Iniziamo a far macerare in una ciotola per un'ora i canditi e l'uva sultanina nella grappa.



In un pentolino portiamo a bollore 1 dl di acqua nella quale faremo sciogliere il burro.
Questo passaggio non l'ho fotografato, sorry!!!


Tagliamo i datteri snocciolati e le albicocche a listarelle sottili.


In una ciotola montiamo con le fruste le uova con lo zucchero.



Con un cucchiaio di legno vi aggiungiamo la farina setacciata con il lievito..........


...quindi l'acqua con il burro sciolto e mescoliamo fino a che tutto non è ben amalgamato.



A questo punto vi uniamo i canditi e l'uva sultanina sgocciolati, tutta la frutta secca sminuzzata con il coltello, i datteri e le albicocche a listarelle, la cannella ed i chiodi di garofano in polvere. Con il cucchiaio di legno facciamo in modo che sia tutto ben incorporato.





Versiamo l'impasto nella teglia foderata di carta da forno e livelliamo ad uno spessore di 1 cm, pennelliamo con i cucchiai di latte la superficie e la guarniamo con frutta secca e canditi.



Cuociamo quindi in forno preriscaldato a 180° per 30 minuti.

  
Potete accompagnarlo con un buon tè caldo, una tazza di cioccolata o a fine pasto con una densa salsa al cioccolato.

Buone feste a tutti!!!
 

Tarte du Sénégal - la torta meringata con ripieno di crema, banane, noci e datteri

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Siamo all'ultimo giorno di permanenza in Senegal insieme alla comitiva di viaggiatori virtuali dell'Abbecedario culinario mondiale
e prima di lasciare l'Africa ho voluto realizzare un'ultima ricetta di dolci da affidare a Lynne che ha curato la raccolta di ricette senegalesi nel suo blog "Cafe Lynnylu".


Anche in questo dolce si intuisce la chiara influenza francese per quanto riguarda l'uso della pasta brisée e la copertura di meringa, anche se l'uso di banane nella crema è dettato dalla disponibilità di prodotti locali.



Ingredienti (per una teglia da 28 cm di diametro):  

Per la pasta brisée

  • 200 gr di farina 00
  • 100 gr di burro
  • circa mezzo bicchiere d'acqua fredda
  • 2 cucchiai di zucchero
  • un pizzico di sale
Per la farcitura 
  • 1 uovo intero e 2 rossi (i 2 bianchi serviranno per la meringa di copertura)
  • 50 gr di zucchero semolato o di canna
  • 250 ml di latte
  • i semi di una bacca di vaniglia
  • 1 banana grande
  • 100 gr di datteri
  • 100 gr di noci
Per la meringa di copertura
  • 2 albumi (quelli non utilizzati per la farcitura)
  • 50 gr di zucchero a velo
Per la realizzazione della pasta brisée seguite il procedimento spiegato in questa ricetta ed una volta pronta avvolgetela nella pellicola e fatela riposare 1 ora in frigorifero.


Passato il riposo in frigorifero stendiamo la pasta brisée con l'aiuto di carta da forno con cui l'inseriremo nella teglia facendo in modo di creare dei bordi che possano poi contenere la farcitura.
Ne bucherelliamo il fondo con i rebbi di una forchetta, ricopriamo con un disco di carta da forno, versiamo sopra dei fagioli secchi per far cuocere in bianco la pasta in forno già caldo a 230° per 15 minuti.



Mentre cuoce la pasta brisée passiamo alla preparazione della farcitura.
Mettiamo sul fuoco il latte, lo facciamo diventare caldo e vi mescoliamo i semi e la bacca di vaniglia lasciandoli in infusione fino a che non torna tiepido.
Battiamo l'uovo intero ed i 2 tuorli con lo zucchero, vi uniamo la banana tagliata a tocchettini ed i datteri ed i gherigli di noce sminuzzati.
Vi aggiungiamo quindi il latte tiepido e mescoliamo con cura.




Versiamo quindi il composto di uova, latte e frutta sulla pasta brisée e mettiamo nuovamente in forno a 230° per ulteriori 25 - 30 minuti.


Nel frattempo prepariamo la meringa montando prima i 2 albumi con le fruste elettriche e quando sono già abbastanza montate uniamo lo zucchero a velo fino a che non sono diventati bianchi e lucidi.

Con la meringa ricopriamo la torta e poniamo nuovamente in forno a 180° per 8 - 10 minuti in modo che la meringa si colori.


Serviremo la torta quando sarà completamente fredda.

Prossima tappa del nostro viaggio il Canada, le valigie sono pronte!!!  ^-^

I biscotti di Prato............e non confondiamoli con i cantucci!!

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Fin da bambina a Natale, da figlia di un pratese trapiantato a Roma, ho sempre mangiato i biscotti di Prato ed i bruttiboni del famoso biscottificio Mattei che venivano venduti insieme in una confezione dalla carta azzurra. 

Quest'anno per le feste ho voluto proprio preparare i biscotti della tradizione toscana sia per noi che da regalare: cavallucci di Siena, zuccherini e biscotti di Prato.

C'è chi chiama questi ultimi cantucci o cantuccini, ma i veri pratesi li chiamano da sempre biscotti, cioè cotti due volte.
I cantucci erano ben altro. Si trattava di filoncini di pane sciapo (cioè senza sale) a cui nel '500 venivano aggiunti zucchero, chiara d'uovo e semi d'anice e che venivano tagliati a tocchetti. Solo qualche secolo dopo vi si aggiunsero le mandorle, la vaniglia e la scorza grattugiata di limone che avrebbero dato origine ai biscotti di Prato.
Nella ricetta del Mattei (per cui ricevette una menzione speciale all'Esposizione Internazionale di Parigi del 1867) non è previsto il burro, mentre lo è in quella del Forno Steno che si rifà alla prima ricetta ufficiale del XVII° secolo dell'Amadio Baldanzi.

Questa volta mi sono rifatta proprio a quella del Baldanzi presa dal sito "Prato arte e storia" e posso assicurarvi che sono venuti favolosi.

Ingredienti:

  • 500 gr di farina 00
  • 250 gr di zucchero 
  • 150 gr di burro sciolto a bagnomaria
  • 200 gr di mandorle dolci NON spellate
  • 3 uova ( + 1 se volete spennellare i filoncini)
  • 1 bustina di lievito vanigliato per dolci
  • scorza di 1 limone grattugiata
Disponiamo a fontana la farina, nel centro mettiamo tutti gli altri ingredienti e con la punta delle dita iniziamo ad amalgamare, quindi proseguiamo con le mani aggiungendo anche il burro sciolto ormai tiepido. L'impasto  dovrà risultare morbido.



Formiamo quindi dei filoncini larghi 3 cm e di 1 cm di spessore, li disponiamo ben distanziati tra loro sulla teglia foderata di carta da forno.


Li cuociamo in forno già caldo a 180° per 15 minuti, li togliamo dal forno che resterà acceso, tagliamo per sbieco ogni filoncino in fette da 1 cm di spessore.......


....che disporremo sulla teglia foderata di carta da forno coricate sul lato tagliato e faremo cuocere nuovamente in forno 5 minuti per lato, girandoli sull'altro lato dopo i primi 5 minuti.



Sono deliziosi ed il modo migliore per gustarli è inzupparli in un bicchiere di vinsanto toscano!  


Gateau de pommes de terre au chocolat - la torta canadese con patate e cioccolato per augurare a tutti buon 2015

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Da lunedì 29 dicembre 2014 con l'allegra brigata dell'Abbecadario culinario mondiale siamo giunti in Canada. Per tre settimane saremo ospitati da Elena nel suo blog "Zibaldone culinario.blogspot.it".




Uno dei luoghi turistici più famosi e suggestivi al mondo sono sicuramente le cascate del Niagara (da "Onguiaahra"che in linguairochese dei pellerossa d'America significa "acque tuonanti") che sono condivise dalle città gemelle ed omonime di Niagara Falls nell'Ontario (Canada) e Niagara Falls nello Stato di New York (USA).
E' un complesso di tre cascate distinte ed originate dallo stesso fiume, il Niagara, che hanno origine in territorio canadese con le "horseshoe falls" ("ferro di cavallo" per la loro particolare forma)o "canadian falls", separate dalla Goat Island (Isola delle capre) da quelle  del versante statunitense che sono le "american falls" e dalle più piccole "Bridal Veil falls" ("cascate a velo nuziale").

Anche se il loro salto non è particolarmente alto (58 mt) lo scenario particolare dovuto alla grandezza del fronte d'acqua ed alla loro portata le rendono veramente spettacolari.


Le Cascate del Niagara viste dal versante canadese (foto da wikipedia di Sbittante)
Per aprire la serie di ricette canadesi, anche se le feste appena passate come al solito sono state contrassegnate da ricche mangiate e chili superflui accumulati, ho voluto preparare un dolce canadese dalle chiare origini francesi, un dolce di patate e cioccolato con cui inaugurare il nuovo anno.
E' un dolce tipico del Nouveau-Brunswick, la provincia del sud est del Canada più francofona del paese al di fuori del Quebec.

Ingredienti (per una teglia da 18 x 27 cm):

Per la torta 

  • 325 gr di patate lessate e ridotte a purea
  • 250 ml di latticello (1/3 di yogurt al naturale e 2/3 di latte scremato)
  • 113 gr di margarina o burro fusi
  • 200 gr di zucchero semolato
  • 225 gr di farina 00
  • 43 gr di cacao amaro in polvere
  • 2 uova grandi
  • 1 cucchiaino da tè di essenza di vaniglia
  • 1 cucchiaino da tè di lievito chimico
  • 1/2 cucchiaino da tè di bicarbonato di sodio
  • 1/2 cucchiaino da tè di cannella in polvere
  • sale un pizzico
Per la salsa al cioccolato
  • 43 gr di cacao amaro in polvere
  • 200 gr di zucchero semolato
  • 3 cucchiai da tavola di farina
  • 2 cucchiai da tavola di burro
  • 2 cucchiaini da tè di essenza di vaniglia
  • 480 ml di acqua bollente

Iniziamo a preparare la torta.
In una ciotola montiamo con le fruste elettriche il burro con lo zucchero, aggiungiamo poi le uova una alla volta e la vaniglia.





A parte mescoliamo il latticello con la purea di patate fino a renderli lisci ed omogenei e poi li aggiungiamo al composto di burro ed uova montando sempre con le fruste.




In una ciotolina mescolare insieme il cacao con la cannella, il bicarbonato, il lievito ed il sale e passandoli al setaccio aggiungerli al composto.
Per ultima aggiungere la farina anch'essa passata al setaccio battendo con le fruste elettriche a media velocità finché il composto non risulti liscio.



Versarlo quindi in una teglia con il fondo ricoperto di carta da forno ed i bordi laterali imburrati ed infarinati.


Cuocere in forno già caldo a 175° per almeno 40 minuti, ma facendo sempre la prova stecchino che dovrà uscire pulito.

Mentre la torta si raffredda prepariamo la salsa al cioccolato.

In una casseruola versiamo il cacao, lo zucchero e la farina miscelandoli bene tra loro.


Aggiungiamo 2 tazze di acqua bollente (OGNI TAZZA AVRA' LA CAPACITA' DI 240 ML), mescoliamo a fiamma bassa fino a che la salsa non avrà raggiunto la giusta consistenza.
Fuori dal fuoco aggiungiamo il burro e la vaniglia mescolando per rendere la salsa bella liscia e lucida.




Tagliamo quindi la torta in 16 porzioni ed accompagniamo ogni pozione con la salsa al cioccolato.


Questa la ricetta originale, ma io sono sicura che sarebbe ottima anche accompagnata da panna montata o da una crema inglese che contrasterebbero con il gusto cioccolatoso della torta.

E' veramente squisita, dalla consistenza più compatta di un budino, ottima per accompagnare una buona tazzina di caffè. 

Alla prossima ricetta!! ^-^


Pâté chinois du Quebec - il piatto nazionale del Quebec

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Il nome di questo piatto, Pâté chinois, potrebbe trarre in inganno, in effetti non si tratta di un paté così come lo intendiamo noi, cremoso e normalmente a base di sola carne.
Noi lo chiameremmo quasi sicuramente "sformato", visto che si tratta di 3 strati diversi di ingredienti che poi vengono passati in forno.

L'origine del nome di questa preparazione è molto discussa, di certo non si tratta di una ricetta cinese.
Per alcuni potrebbe aver preso questo nome perché alla fine del XIX° secolo i lavoratori delle ferrovie canadesi erano quasi tutti di origine asiatica e si nutrivano prevalentemente di macinato di manzo, mais e patate.
Per altri invece questo piatto sarebbe originario della città di China nel Maine (USA) dove molti canadesi francesi erano emigrati durante la rivoluzione industriale.
Come nel titolo del sociologo del cibo Jean-Pierre Lemasson "Le mystère insondable du pâté chinois", le origini resteranno un mistero.

Debbo confessarvi che, sebbene abbia seguito alla lettera la ricetta tradizionale, nel momento di porzionarlo il Pâté Chinois non rimane così compatto come risultava invece dalle foto del web, ed io sinceramente me lo aspettavo, visto che nel macinato di manzo non c'era nessun ingrediente che lo legasse, mentre per lo strato di mais se si utilizzano non solo i chicchi ma anche la crema (che qui in Italia non ho mai visto ma forse potrebbe trattarsi di chicchi ridotti in purea) si può evitare che i chicchi si stacchino dallo sformato mentre lo si serve.

Come  tutti i piatti tradizionali anche per questo ogni famiglia del Quebec apporta le sue modifiche, così c'è chi aggiunge alla carne macinata peperoni o funghi o sostituisce le patate con patate dolci o cavolfiore.

Qui di seguito vi riporto la ricetta originale che ho seguito, poi vi dirò le mie considerazioni personali.

Ingredienti:

  • 4 grosse patate
  • 3 cucchiai di latte
  • 1 cucchiaino di olio 
  • 1/2 cipolla tritata finemente
  • 230 gr di carne di manzo magra macinata
  • sale e pepe
  • 230 gr di mais
  • paprika

Per prima cosa lessare le patate in acqua salata.

Nel frattempo far appassire appena la cipolla tritata in una padella con dell'olio e.v.o., aggiungerci la carne e far cuocere un pò fino a che non sia più rossa, aggiustare di sale e pepe  e disporre sul fondo di una pirofila.





Disporre quindi lo strato di mais che io però ho condito con un pò di sale e pepe.



Le patate precedentemente lessate vengono ridotte in purea con lo schiacciapatate, mescolate con il latte, il burro (che io ho usato al posto dell'olio), sale, pepe ed io ho aggiunto anche una grattugiata di noce moscata.
Vengono quindi disposte sopra lo strato di mais.



Una spolverata di paprika, qualche fiocchetto di burro che ho scoperto dopo anche i canadesi mettono sulla superficie ed in forno preriscaldato a 190° per almeno 25 minuti, fino a quando la superficie è leggermente dorata.





Servire accompagnando il Pâté Chinois con del ketchup.

Dopo aver trovato anche la ricetta dello chef canadese Ricardo ho avuto la conferma riguardo le variazioni che io avrei apportato.

Anche lui usa il burro nella purea di patate, più latte e del prezzemolo tritato che dà più gusto.

La quantità di carne macinata che lui utilizza è circa il triplo (675 gr) e cosparge lo strato di carne nella pirofila con abbondante cheddar fresco (noi potremmo usare del fiordilatte o della mozzarella) che arricchisce di sapore e compatta lo strato di macinato. Personalmente condirei la carne anche con un pochino di prezzemolo.

Se vi piace potete anche raddoppiare la quantità di mais.

Una passata sotto il grill a cottura ultimata (circa 40 minuti di forno).




Sono sicura che con le varianti diventerà un "comfort food" anche per noi come per gli abitanti del Quebec.




Ricetta per l'Abbecedario culinario mondiale che per la tappa canadese è ospitato da Elena dello "Zibaldone culinario.blogspot.it".

Bonbons aux patates du Québec - le caramelle fondenti canadesi di altri tempi

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Con l'Abbecedario culinario mondiale siamo ancora in Canada ed abbiamo tempo fino a domenica prossima per provare ricette tradizionali di questo paese.
Cercando tra i vari siti canadesi ho trovato questa ricetta tipica del Québec che nella sua semplicità è veramente particolare. 
Nel primo periodo della colonizzazione in Québec il cibo era scarso e la cucina per molto tempo si è basata prevalentemente su 3 prodotti: la carne di manzo macinata, le carote e le patate. Grazie all'ingegno, che è stato sempre a qualunque latitudine una qualità delle donne che dovevano sfamare la famiglia,  riuscivano a realizzare tutto con il poco che avevano a disposizione. 
Anche le caramelle per i più piccoli, che non potevano comprare perché non ne avevano le possibilità, venivano fatte con quello che c'era a portata di mano e questa ricetta, che è ancora molto popolare ed evoca ricordi di tempi ormai lontani, ne è un esempio.

Ingredienti (per 25 porzioni circa):

  • 80 gr di purea di patate lessate (1 piccola patata)
  • 400 gr circa di zucchero a velo
  • 1 cucchiaino e 1/2 da tè di essenza di vaniglia (o di vostro gradimento)
  • 100 gr circa di burro d'arachidi cremoso (o crema di nocciole, o burro di mandorle o confettura a vostro gusto)
Per prima cosa lessare la patata con tutta la buccia in acqua salata, quando è ancora calda schiacciarla e lasciarla raffreddare.


Una volta fredda aggiungere l'essenza di vaniglia e lo zucchero a velo poco per volta con l'aiuto di un cucchiaio di legno.
Inizialmente la miscela sarà molto liquida, non spaventatevi è normale. 


Continuare ad aggiungere tutto lo zucchero a velo, alla fine dovrà avere la consistenza della pasta  di zucchero, e lavorate il composto sul piano spolverato di zucchero a velo perché diventi liscio. 


Con l'aiuto di 2 fogli di carta da forno stendetelo con il mattarello in un rettangolo da 35 x 20 cm con uno spessore di circa 6 mm.



Spalmarvi sopra il ripieno scelto (io ho usato una  crema di nocciole a base di miele) quindi con l'aiuto della carta da forno arrotolate il rettangolo dal lato più lungo fino a formare un rotolo che verrà avvolto nella pellicola per dargli con le mani una forma uniforme e riporlo in frigorifero per almeno 1 ora. 




Una volta ben freddo tagliare delle fette da 1 cm di spessore e riporre in un contenitore ermetico.




I bonbons possono essere così anche congelati.


Come scioglievolezza ricordano moltissimo le caramelle fondenti di una nota marca italiana ed ovviamente sono dolcissime, per questo penso che un ripieno aspro, come una crema al limone o alla menta per chi piace, creerebbe un ottimo e piacevole contrasto.

Da consumare con parsimonia perché estremamente calorici !!  :-( 


Anche questa ricetta è  destinata ad Elena che accoglie le ricette canadesi nel suo blog "Zibaldone culinario.blogspot.it".

Alla prossima ^-^

Gratin de pommes de terre au fromage - lo sformato di patate e formaggio dal Canada

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Avrei voluto provare la poutine canadienne (e sicuramente lo farò magari dopo aver lasciato il Canada con il gruppo dell'Abbecedario culinario mondiale), ma sbirciando tra i vari siti ho trovato la ricetta di questo gratin di patate meno noto ma che prometteva bene ed ho deciso di provarlo.
Non posso dirvi cosa mi è passato per la mente quando in una variante ai tre formaggi canadesi di questa ricetta ho letto tra gli ingredienti i nomi dei 3 formaggi: "formaggio Asiago canadese, formaggio Parmesan canadese e formaggio Gouda canadese" !!
Stendo un velo pietoso sulla cosa!!
In un'altra ricetta invece indicano il formaggio Cheddar, che pur essendo britannico è largamente utilizzato anche in Canada.
A questo punto sostituitelo tranquillamente con un Montasio o un Asiago, andranno benissimo e sono nostri prodotti caseari, io ho utilizzato dell'ottima caciottina fresca che avevo ed è stata perfetta.

Ingredienti (per una teglia da 33 x 23 cm):

  • 2 cucchiai di burro
  • 1 piccola cipolla tritata
  • 1 spicchio d'aglio tritato (io ne ho utilizzato mezzo)
  • 2 cucchiai di farina
  • 250 ml di latte
  • 175 ml di brodo
  • 1 cucchiaino di rosmarino secco
  • poco sale e pepe
  • 200 gr di formaggio cheddar a pezzetti (io caciottina fresca)
  • 1 kg di patate 
  • 2 cucchiai di pane grattugiato

Per prima cosa sbucciamo le patate e le affettiamo a 3 mm di spessore.



Preriscaldiamo il forno a 190°.
In una padella facciamo imbiondire a fuoco dolce per 5 minuti la cipolla nel burro, quindi aggiungiamo l'aglio e lo lasciamo sul fuoco per mezzo minuto.




Ora aggiungiamo la farina e mescoliamo per 1 minuto.



Travasiamo ora il roux con cipolla ed aglio in un tegame dove aggiungiamo poco per volta il brodo ed il latte mescolando molto bene e portando ad ebollizione. A questo punto aggiungiamo il pepe ed il rosmarino....



togliamo dal fuoco ed aggiungiamo 150 gr di formaggio che facciamo sciogliere mescolando con un cucchiaio.



Ora imburriamo per bene la teglia antiaderente e vi disponiamo la metà delle patate affettate, le cospargiamo di poco sale e vi versiamo sopra metà della besciamella al formaggio.



Disponiamo l'altra metà delle patate cosparse con la rimanente besciamella.


Inforniamo quindi nel forno già caldo per 45 minuti, vi assicuro che il profumo che inonderà la cucina sarà fantastico.......
poi cospargiamo la superficie con i restanti 50 gr di formaggio mescolato con il pangrattato e facciamo cuocere altri 10 minuti passando la teglia anche sotto al grill per far dorare la superficie.



Far appena stiepidire e servire!!



E' delizioso, ma attenzione al passaggio sotto al grill, il formaggio si brucia con facilità!!



Anche questa ricetta si aggiunge alle altre ospitate da Elena nel suo blog "Zibaldone culinario.blogspot.it".


Tarte au sucre brun - la torta canadese allo zucchero di canna

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Prima di lasciare il Canada con l'Abbecedario culinario mondiale alla volta del caldo Brasile, con le valigie già pronte un'ultima ricetta canadese da affidare ad Elena dello "Zibaldone culinario.blogspot.it".


Si tratta della tarte au sucre brun tipica del Québec.



Ingredienti (per una teglia da 23 cm di diametro):

Per la pasta brisée

  • 250 gr di farina
  • 125 gr di burro a pomata
  • 3 cucchiai di zucchero
  • 1 cucchiaino di cannella in polvere
  • 1 tuorlo d'uovo
  • 5 cl di acqua fredda
  • un pizzico di sale
Per la crema
  • 6 cucchiai di farina
  • 440 gr di zucchero di canna grezzo
  • 375 ml di latte evaporato
  • 56 gr di burro
  • 1/2 cucchiaino di sale
  • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia

                    IL LATTE EVAPORATO 

Innanzitutto vorrei spiegare a chi non lo sapesse già che il latte evaporato non deve essere confuso con il latte condensato.
Si tratta di latte intero NON ZUCCHERATO a cui è stato fatto evaporare circa il 60% dell'acqua contenuta.
Non avendolo trovato al supermercato l'ho fatto in casa.
Ho versato circa 900 ml di latte in una casseruola dal fondo spesso ed a fiamma bassa l'ho fatto sobbollire fino a che non ha perso circa il 60% di acqua che è evaporata prendendo un colore giallo molto chiaro. Non è dolcissimo come il latte condensato ma gli zuccheri che il latte contiene naturalmente si caramellizzano e conferiscono al latte un sapore più dolce di quanto ne abbia il normale latte.


Per prima cosa ho preparato la pasta brisée per il guscio.
Questa volta ho voluto provare una ricetta leggermente diversa dalla classica.

In una ciotola ho mescolato bene tutti gli ingredienti secchi cioè la farina, lo zucchero, il sale e la cannella.
Ho formato con queste una fontana sul piano di lavoro e il burro a pomata l'ho lavorato con i polpastrelli delle dita per circa 3 minuti intridendolo con gli ingredienti secchi.


Sono poi passata alla sabbiatura passando gli ingredienti tra le mani con delicatezza come quando si gioca con la sabbia bagnata.
Ho riformato la fontana e vi ho versato il tuorlo d'uovo e l'acqua mescolando prima con una forchetta e poi amalgamando con le mani rapidamente per formare una palla.



Ho quindi effettuato la fresatura dell'impasto schiacciandolo sul piano di lavoro con il palmo della mano verso l'esterno 2 o 3 volte
per amalgamare bene il burro.


Ho quindi steso la pasta brisée con il mattarello su un foglio di carta da forno bagnata e strizzata delle dimensioni della teglia (compreso il bordo), con la carta l'ho adagiata nella teglia, ho bucherellato il fondo con i rebbi di una forchetta e l'ho messa in frigorifero per 1 ora.


Mentre la pasta brisée era in frigorifero ho preparato la crema.
In una casseruola di acciaio dal fondo spesso ho mescolato la farina con lo zucchero di canna ed il sale, vi ho versato il latte evaporato, il burro e la vaniglia ed a fiamma bassa e mescolando sempre con un cucchiaio ho portato a bollore.




Ho quindi lasciato stiepidire un pò la crema.
Ho versato la crema nel guscio di pasta brisée ed ho fatto cuocere i primi 5 minuti a 200° gradi in forno già caldo, poi altri 30 minuti a 175°.


Se in base a questi tempi di cottura dovreste vedere la crema ancora troppo molla lasciate ancora in forno fino a che non abbia raggiunto la densità di un budino.


Servire la tarte au sucre brun con della crema chantilly, cioé semplice panna montata zuccherata.

Ci rivediamo in Brasile !!!!   ^-^

Manjar de coco queimado - budino al cocco tostato .......e si sbarca in Brasile!!

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Da lunedì scorso con l'Abbecedario culinario mondiale siamo giunti in Brasile, ospitati da Rosa Maria che nel suo blog "Torte e dintorni" ci ha piacevolmente accolti raccontandoci qualcosa di questo paese.

Un paese dalle mille attrattive da scoprire e non solo nelle sue zone turistiche più tradizionali.
Durante un mio viaggio in Colombia dalla città di Leticia, che si trova sul Rio delle Amazzoni nella zona chiamata "Tres fronteras" perché qui confinano Colombia, Brasile e Perù, passammo a piedi lungo l'Avenida Internacional nella  città di Tabatinga in territorio brasiliano (Stato dell'Amazonas), solo un breve assaggio di quello che è il più grande paese dell'America meridionale.
Il Rio delle Amazzoni e la foresta pluviale affascinano per la loro maestosità e le meravigliose testimonianze delle civiltà precolombiane dimostrano quanto le popolazioni che vi vissero più di 11 mila anni fa fossero evolute.

Geoglifi nella foresta amazzonica disboscata di Acre - Brasile (foto da wikipedia di Sanna Saunaluoma) 
Pittogrammi nella Caverna da Pedra Pintada - bacino del Rio delle Amazzoni stato del Pará - Brasile (foto da wikipedia di Yurileveratto)


E come non visitare le meravigliose cascate del fiume Iguaçu al confine tra la provincia argentina di Misiones (Parco Nazionale di Iguazù) e lo stato brasiliano del Paranà (Parco Nazionale dell'Iguaçu). 



Cascate di Iguaçu (foto da wikipedia di SF Brit)
Così come ci ha invitato a fare Rosa Maria, accompagnata da samba e bossa nova, ho iniziato ad aggirarmi tra le ricette tipiche del Brasile. 
Questo primo dolce, a base di latte e polpa di cocco, mi ha incuriosito per l'utilizzo del cocco tostato (queimado) che conferisce un sapore particolare.  

Ingredienti (per uno stampo da 22 cm di diametro con foro centrale):

Per il budino
  • 80 gr di cocco disidratato ( oppure 100 gr di cocco fresco grattugiato)
  • 200 gr di zucchero
  • 75 ml di acqua
  • 90 gr di amido di mais
  • 1 lt di latte
  • 200 ml di latte di cocco
Per la salsa
  • 100 gr di zucchero
  • 45 ml di acqua
  • 200 ml di latte di cocco
Per prima cosa mettiamo il cocco disidratato in una padella sul fuoco ed a fiamma bassa e mescolandolo continuamente gli facciamo assumere un colore dorato. Mettiamo da parte.



In una ciotola mescoliamo bene il latte di cocco con l'amido di mais.


Nel frattempo mettiamo sul fuoco il latte mentre in un altro tegame alto e dal fondo spesso versiamo l'acqua e lo zucchero ed a fiamma bassa e senza mescolare lasciamo che lo sciroppo raggiunga il colore dorato.



A questo punto fuori dal fuoco versiamo il latte bollente nello sciroppo caramellato, facendo attenzione a non bruciarsi. 
Vi versiamo anche l'amido di mais sciolto nel latte di cocco ed il cocco disidratato precedentemente tostato.


Rimettiamo sul fuoco a fiamma moderata e mescolando continuamente facciamo raggiungere la consistenza di una crema pasticcera.
Versiamo quindi il composto nello stampo ed una volta freddo mettiamo in frigorifero, preferibilmente tutta la notte.

Per la salsa caramellata mettiamo l'acqua con lo zucchero in una pentola dal fondo spesso e senza mai mescolarli facciamo caramellare a fuoco basso, vi aggiungiamo il latte di cocco fatto scaldare contemporaneamente, mescoliamo fino a che la salsa non si è addensata.



La lasciamo quindi freddare e ne verseremo un pò sul budino sformato sul piatto da portata al momento di servire.


Ne verseremo altra su ogni porzione di budino.


Alla prossima ricetta !!  ^-^ 

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