Quantcast
Channel: le tenere dolcezze di resy
Viewing all 491 articles
Browse latest View live

Torta Garash - un dolce saluto dalla Bulgaria

$
0
0

E' giunto il momento di lasciare la Bulgaria.
Con l'Abbecedario culinario europeo abbiamo girovagato per l'Europa ed ora dobbiamo salutare Paola del "Nastro di raso" che ci ha ospitati in questa penultima tappa.



Per questo arrivederci ho voluto preparare un dolce che sembra molto diffuso sia nelle pasticcerie che nei ristoranti bulgari, la torta Garash, 5 strati di meringa alle noci (in una ricetta hanno utilizzato mandorle) farciti da una ganache al cioccolato, il tutto ricoperto da una glassa anch'essa al cioccolato.
Alcune ricette prevedono come glassa la stessa ganache della farcitura, io invece ho optato per una glassa indicata in altre ricette che avevo già provato nella torta Negarche, più leggera della ganache ma ugualmente buona.
Le dosi indicate nella ricetta sono per una tortina da 15 cm di diametro, piccola direte voi, ma ogni piccolo spicchio vi assicuro che è una bomba calorica e sazia incredibilmente.

Ingredienti: (per una torta da 15 cm di diametro)

Per i 5 strati di meringa alle noci

  • 4 albumi
  • 100 gr di zucchero
  • 100 gr di noci tritate
  • 15 gr di farina
Per la ganache al cioccolato
  • 200 ml di panna
  • 85 gr di zucchero
  • 225 gr di cioccolato fondente
Per la glassa al cioccolato 
  • 1 cucchiaio e 1/2 di acqua
  • 3 cucchiai di zucchero
  • 1 cucchiaio di cacao amaro in polvere
  • 60 gr di burro
Per guarnire
  • noci tritate colorate di verde con colorante alimentare in polvere

Iniziamo a preparare la meringa alle noci.
Dopo aver cominciato a montare gli albumi, che saranno stati a temperatura ambiente, aggiungiamo pian piano lo zucchero continuando a montare con le fruste elettriche fino ad avere la consistenza di picchi rigidi.




Con una spatola amalgamiamo le noci tritate miste con la farina mescolando delicatamente dal basso verso l'alto per non smontare gli albumi.



Sulla carta da forno disegniamo i 5 cerchi di 15 cm di diametro e la posizioniamo capovolta sulle teglie..

Su ogni cerchio spalmiamo parte della meringa alle noci e facciamo cuocere in forno a 160° per circa 30 minuti, fino a quando i bordi non inizieranno a colorirsi.



Facciamo quindi raffreddare le meringhe su una gratella dopo averle staccate delicatamente dalla carta da forno.

Prepariamo ora la ganache al cioccolato mescolando la panna con lo zucchero in un tegame dal fondo spesso ed a bassa temperatura. Quando ha raggiunto il bollore spengiamo e vi versiamo la cioccolata spezzettata, giriamo con una frusta per ottenere una crema omogenea e lasciamo raffreddare a temperatura ambiente in un altro contenitore mescolando di tanto in tanto.


Una volta fredda, mettiamo la ganache nel frigorifero e quando sarà ben raffreddata la monteremo con le fruste elettriche.

Possiamo ora cominciare ad assemblare la torta alternando ogni strato di meringa con la ganache al cioccolato e ricoprendo completamente l'ultimo strato e tutto il bordo con la restante ganache.



 
Metteremo quindi la torta a freddarsi in frigorifero.

Quando la torta è ormai ben fredda prepariamo la glassa.
Mettiamo in un tegame dal fondo spesso tutti gli ingredienti e li mescoliamo con le fruste fino a che non sono completamente sciolti ed amalgamati.


Lasciamo intiepidire la glassa e quindi la versiamo sulla torta posta su una gratella per ricoprire bene anche il bordo.

Non ci resta che guarnire con le noci tritare colorate di verde con il colorante alimentare in polvere, far raffreddare bene in frigorifero, adagiare la torta su un'alzatina ed è pronta per essere servita.


Con una fetta di Garash cake saluto nel modo più dolce possibile questo splendido paese.



 A presto!!

Velykų pyragas "Čigonas" - la torta "zingara" della Pasqua lituana

$
0
0

Questa volta con la carovana dell'Abbecedario culinario europeo non abbiamo dovuto fare molta strada, abbiamo semplicemente varcato il confine della Lettonia e siamo giunti in Lituania, la più meridionale delle repubbliche baltiche.



Fino al 13 aprile prossimo saremo ospitati da Angela di "mestolando".
Sostanzialmente legata al clima, la cucina lituana ha molto in comune con quella degli altri paesi dell'Europa orientale, ma risente fortemente anche di quelle della Polonia, della Germania ed ebraica.
Pur non essendo molto conosciuta oltre i propri confini, la cucina lituana vanta vari piatti che, grazie anche ai propri figli sparsi per il mondo, godono di fama internazionale.
Come molti paesi nordici il giorno del solstizio d'estate è una festa tradizionale nazionale, chiamata festività di Joninės o Rasos.
Si festeggia anche il martedì grasso (Užgavėnės) che precede il mercoledì delle Ceneri per sollecitare l'inverno ad andar via bruciando il "Morė" che lo rappresenta e mangiando frittelle che vengono appese agli alberi e lanciate in aria per invitare il sole a tornare e scaldare la terra.

La festa del martedì grasso"Užgavėnės" (foto di wikipedia di Algirdas )
Altre tradizioni nazionali pagane riguardano le feste cristiane della Pasqua e del Natale.
E visto che ormai mancano poco più di 3 settimane a Pasqua, anche se in questi giorni l'inverno ha dato un ultimo colpo di coda abbassando notevolmente le temperature che ormai erano primaverili, ho voluto realizzare questa torta di Pasqua, chiamata anche "Velyku Pyragas Cigonas" o torta zingara.
Si tratta di un dolce ricco di frutta essiccata che nel nostro paese ricorderebbe più un dolce natalizio, ma sicuramente frutta fresca non è ancora disponibile considerando la latitudine in cui si trova la Lituania.
Tradizionalmente utilizzano la classica frutta essiccata che anche noi usiamo, ma possono aggiungere anche altra frutta essiccata come mele, pere, papaya, mirtilli, ciliegie, ananas, mango ..... secondo la disponibilità ed i gusti.
Se poi volete renderla più colorata come indicano alcune ricette lituane potete aggiungere anche i canditi.
Come già vi ho detto nel post precedente sono ancora sprovvista di un regolare forno, così per cuocerla nel fornetto elettrico ho deciso di preparare questa torta nello stampo da plumcake come ho visto fare in alcuni blog lituani.





Ingredienti:
  • 160 gr di prugne secche denocciolate 
  • 160 gr di albicocche secche
  • 160 gr di datteri
  • 160 gr di uva passa
  • 160 gr di fichi secchi
  • scorza grattugiata di arancia e limone
  • 1 bicchierino di rum chiaro
  • 1 cucchiaino di cannella in polvere
  • vaniglia
  • alcune gocce di essenza di mandorle
  • 5 uova
  • 180 gr di zucchero
  • 2 cucchiai colmi di farina
  • 1 cucchiaio colmo di amido di mais
Innanzitutto far rinvenire la frutta secca in acqua bollente, scolarla bene, tagliarla a pezzetti (tranne l'uva passa), farla raffreddare e quindi insaporire nel rum con la cannella e la scorza grattugiata del limone.




Nel frattempo montare a neve gli albumi mentre i tuorli con lo zucchero, la vaniglia e l'essenza di mandorle.



Quando i tuorli sono montati aggiungere sempre con le fruste la farina e l'amido, aggiungere la frutta amalgamandola delicatamente e per ultimi gli albumi mescolando dal basso verso l'alto per non smontarli.




Versare tutto il composto nello stampo rivestito di carta da forno e far cuocere a 180° per circa 1 ora.


La torta dovrà risultare dorata e facendo la prova con lo stecchino questo dovrà essere umido ma pulito.
Lasciarla raffreddare nel forno con lo sportello socchiuso.




Come gusto ricorda la fruit cake inglese ed infatti mi è piaciuta moltissimo come mi piace anche la fruit, ma torno a ripetere che da noi la vedo più come dolce invernale e natalizio. Qui la Pasqua è accompagnata dai profumi e dai sapori freschi della primavera e di tutti i suoi frutti, mentre in Lituania dovranno ancora attendere parecchio.
Vale comunque la pena di provarla!!

P.S.  Per gustarla al meglio ho potuto appurare che è preferibile farla riposare almeno un giorno, come nella britannica fruit cake (che tradizionalmente si fa molti giorni prima) gli darete modo di far amalgamare bene tutti i sapori. Secondo alcune ricette ho letto dopo averla fatta che potremmo anche aggiungere mandorle, nocciole o noci tritate grossolanamente, arricchiranno il dolce di un pò di croccantezza che così non ha.

Babka pomarańczowo waniliowa - la torta di Pasqua all'arancia e vaniglia dalla Polonia

$
0
0

Come sembra lontano quel 7 gennaio 2013 quando è iniziato questo viaggio con l'Abbecedario culinario europeo. 
Non ricordo nemmeno come arrivai al primo post sulla cucina olandese di Mony di "Gata da plar", ma dopo averle inviata la mia prima ricetta l'impegno nel cercare piatti tipici dei vari paesi europei è diventato un appuntamento a cui non ho più saputo rinunciare. 
Grazie all'iniziativa della mitica Aiù della "Trattoria Muvara" ho approfondito la conoscenza di chi già frequentava come me Cookaround ed ho conosciuto tante altre persone, tutte mosse come me dalla curiosità di assaporare paesi mai visti o ricordare quelli che magari si erano già visitati.

Mi stupisco ancora quando ripensando a luoghi lontani che ho conosciuto una vita fa mi tornano alla mente i profumi di fiori e di cucina che li caratterizzavano. Già, perchè ogni luogo ha un suo profumo particolare e lo stesso mi accadeva in campeggio quando, all'ora di pranzo o cena, passando accanto ad una tenda o ad una caravan, dagli odori potevo capire se si trattava di italiani o di turisti stranieri.

In questo anno e mezzo è stato come entrare in punta di piedi nelle cucine di 26 paesi europei e conoscere nuovi profumi, nuove ricette, imparare i gusti degli altri, simili o completamente diversi dai nostri e mai avrei pensato di diventare a mia volta ambasciatrice di una tappa di questo viaggio entrando a far parte di questa splendida "brigata" di 25 + 1 (l'unico maschietto)che ha ospitato le ricette dei vari stati.
Ora che siamo giunti all'ultima tappa, quella della Polonia, ospitati da Anna di "Cucina precaria", un pò di nostalgia viene come quando si è all'ultimo giorno di uno splendido viaggio che ci ha riservato mille sorprese,ci ha insegnato tantissimo e che non vorremmo finisse.


Ma torniamo ora alla Polonia. Posso dire con sincerità che da quel lontano 16 ottobre 1978 in cui un Vescovo polacco di nome Karol Józef Wojtyła fu eletto Papa con il nome di Giovanni Paolo II questo paese ci sembrò molto più vicino di quanto fosse prima.
Solo qualche immagine per assaporare la bellezza di questa terra ed avere il desiderio di visitarla.

Cracovia - Panorama e Cattedrale del Wawel (foto da wikipedia di Jakub Halun)

Varsavia - Piazza del Castello (foto da wikipedia di Lee Kindness)
Breslavia - Mercato principale Rynek (foto da wikipedia di Tumi-1983)
Poznan - Città vecchia (foto da wikipedia di Neoabacus)
Miniera di Wieliczka - L'ultima cena di Leonardo da Vinci scolpita nella roccia salina (foto da wikipedia di Akumiszcza)

  
La prima ricetta che ho voluto realizzare è quella di un dolce tipico della Pasqua polacca, il babka, che letteralmente significa "nonna" perché la sua forma ricorda le gonne che portavano le nonne.
Può essere aromatizzato all'arancia e vaniglia come in questo caso, ma anche al limone o rum ed oltre ad essere ricoperto di cioccolato può essere guarnito con una glassa di zucchero acqua e succo di arancia o limone o semplicemente spolverizzato con zucchero a velo.




Ingredienti CHE DEBBONO ESSERE TUTTI A TEMPERATURA AMBIENTE:

  • 200 gr di farina 00
  • 100 gr di fecola di patate
  • 2 cucchiaini di lievito in polvere per dolci
  • 200 gr di burro a temperatura ambiente
  • 1/2 bicchiere di zucchero
  • 4 uova
  • 2 cucchiaini di aroma alla vaniglia
  • 1 bustina di vanillina
  • la scorza grattugiata di un'arancia
  • il succo di un'arancia
  • un pizzico di sale
Per la glassa:
  • 200 gr di cioccolato bianco
  • 2 cucchiai di latte
Per guarnire:
  • qualche mirtillo sciroppato
Per prima cosa accendendiamo il forno a 180°.
In una ciotola capiente cominciamo a montare con le fruste elettriche il burro morbido con lo zucchero fino a farlo diventare spumoso.


Aggiungiamo quindi un tuorlo per volta e poi a bassa velocità il succo d'arancia.


A questo punto è il momento di aggiungere la farina e la  fecola miscelate con il lievito.



A parte montiamo a neve ferma gli albumi con un pizzico di sale e li aggiungiamo al composto mescolando delicatamente con una spatola dal basso verso l'alto.




Dopo aver ben imburrato ed infarinato uno stampo da budino vi versiamo l'impasto e facciamo cuocere in forno già caldo a 180° per 60 minuti.


Una volta fredda capovolgiamo la torta su un piatto e la glassiamo con la cioccolata bianca sciolta a bagnomaria con i 2 cucchiai di latte e decoriamo con qualche mirtillo sciroppato con pochissimo zucchero ed un goccio d'acqua.


Così al naturale è delizioso, profumato umido e morbido, si può anche arricchire l'impasto con mirtilli essiccati. Io invece ho cosparso la fetta con dell'ottima confettura di mirtilli.

Ottima per accompagnare una tazza di tè o un buon caffè non occorre aspettare la Pasqua per gustarla ^-^.
A presto!!

Mazurek kajmakowy, dalla Polonia una crostata speciale per le feste con il dulche de leche

$
0
0

Eccomi con il Mazurek, il secondo dolce polacco realizzato per l'Abbecedario culinario d'Europa che per quest'ultima tappa è ospitato da Anna della "Cucina precaria".



Questo dolce è stato iscritto nella lista dei dolci tradizionali polacchi  nel 2011 dal Ministero dello sviluppo rurale e sebbene sia fatto di semplice pasta frolla, la sua farcitura, le sue decorazioni ne fanno un dolce particolarmente ricco. 
E' considerato un dolce tradizionale della Pasqua proprio perché indicato per concludere la Quaresima che nella tradizione cristiana è un periodo di astinenza, ma viene preparato anche per Natale e per la stagione delle vacanze.




Il nome Mazurek potrebbe derivare dalla tribù omonima che vive in Mozavia nella Polonia centrale oppure derivare dalla mazurka che è la tradizionale danza popolare polacca.

La versione che ho voluto realizzare per l'Abbecedario culinario europeo è quella con una farcitura a base di kajmak, una crema di latte realizzata con zucchero caramellato, panna e burro ma che può essere sostituita da dulche de leche o latte condensato fatto bollire ancora nella sua lattina all'interno della pentola a pressione. 
Altre versioni prevedono come farcitura confettura, marmellata, crema al cioccolato o semplicemente glassa a base di zucchero, ma tutte devono essere non più spesse di 1-2 cm e ricche di decorazioni a base di frutta secca, uvetta o albicocche essiccate.

Ingredienti:

Per il dulche de leche

  • 1 lt di latte intero
  • 300 gr di zucchero semolato
  • 1/2 bacca di vaniglia
  • la punta di un cucchiaino di bicarbonato di sodio
Per la pasta frolla
  • 300 gr di farina
  • 150 gr di burro
  • 80 gr di zucchero in polvere (io ho usato lo Zefiro di Eridania)
  • 1 uovo intero
  • scorza grattugiata di mezzo limone
  • mezza bustina di vanillina
Per la farcitura  (oltre al dulche de leche sopra indicato)
  • 200 gr di confettura (preferibilmente acidula, io ho usato quella di mirtilli)
Per decorare
  • frutta secca di ogni genere (io ho usato mandorle intere spellate ed a lamelle)
  • albicocche essiccate
  • cioccolato fondente fuso 
Per prima cosa il giorno prima prepareremo il dulche de leche.
In una casseruola dal fondo spesso e dai bordi alti versiamo lo zucchero con il latte e la mezza bacca di vaniglia che avremo inciso con il coltello ed a cui avremo raschiato i semi anch'essi aggiunti al latte.


Mettiamo sul fuoco fino a che non raggiungere il bollore sempre mescolando con un cucchiaio di legno, togliamo dal fuoco giusto il tempo di versare il bicarbonato e mescolare energicamente perché produrrà molta schiuma.
Rimettiamo sul fuoco a fiamma bassa e continuiamo a mescolare, quando comincerà ad addensarsi la crema eliminiamo la bacca di vaniglia e continuiamo la cottura.
Man mano la crema assumerà il caratteristico color ambrato dato dallo zucchero caramellato. 



Il dulche de leche sarà pronto quando passando il cucchiaio di legno sul fondo la crema sarà talmente densa da lasciarlo vedere.
A me è stata necessaria 1 ora e mezza per la cottura.


Lasciamo raffreddare a temperatura ambiente quindi invasiamo in un barattolo di vetro e riponiamo in frigorifero.



Per utilizzarlo basterà farlo stare a temperatura ambiente il tempo necessario perché torni morbido.

Prepariamo ora la pasta frolla che in questa ricetta non è particolarmente dolce, ma è perfetta per essere farcita con il dulche de leche che invece è già molto dolce.

Versiamo la farina sul piano di lavoro insieme allo zucchero e con la lama di un coltello vi amalgamiamo rapidamente il burro a tocchetti. Vi versiamo quindi l'uovo, la scorza grattugiata di limone e la vanillina.


Amalgamiamo rapidamente e quindi la avvolgiamo nella pellicola e la facciamo riposare in frigorifero almeno 1 ora.


Riprendiamo nuovamente la pasta frolla e la stendiamo a circa 1 cm di spessore, la poniamo in una teglia rettangolare apribile con il fondo ricoperto di carta da forno, formiamo un bel bordo che servirà a contenere la farcitura e bucherelliamo il fondo con i rebbi di una forchetta.



Facciamo cuocere a 180° per 25 minuti.

Una volta fredda togliamo la base dalla teglia e cominciamo a cospargerla con la confettura.



Versiamo ora il dulche de leche che abbiamo tirato fuori dal frigorifero almeno 2 ore prima per farlo tornare morbido.



Con del cioccolato fondente fuso e l'aiuto di un conetto di carta da forno ho creato i rami, decorando poi con delle mandorle intere spellate per i boccioli, mentre con le albicocche essiccate ho creato il capolino delle margherite e con le lamelle di mandorle i petali.


Potrete farvi guidare dalla vostra fantasia per realizzare le decorazioni che potranno variare se farete il Mazurek per il Natale o per le vacanze.
E' delizioso ed anche molto bello, provatelo!!

Biszkopt z brzoskwiniami i bitą śmietaną - Pan di spagna con pesche e panna montata dalla Polonia

$
0
0

Questa volta il dolce polacco che ho voluto realizzare per l'Abbecedario culinario europeo, ospitato per quest'ultima tappa da Anna di "Cucina precaria", è un dolce molto fresco, adatto quindi a queste prime splendide giornate estive.




Veramente ero partita con l'idea di realizzare lo jabłecznik, una torta a base di strati di pan di spagna e mele, che in alcune versioni era sormontata da uno spesso strato di panna montata.
Ma perché non utilizzare la frutta fresca estiva che ora abbiamo a disposizione?
Così ho scoperto che realizzano torte simili utilizzando anche l'uva spina (e come rifornirsene??) e frugando frugando anche le pesche.
Ma anziché pesche sciroppate le mie sono profumatissime pesche fresche di stagione e alla gelatina al limone che loro comprano in bustina io ho sostituito quella fatta in casa semplicemente con acqua, zucchero, maizena e succo di limone.

Ingredienti: (teglia apribile rettangolare 18 x 27 cm)

Per il pan di spagna
  • 3 uova
  • 4 cucchiai di zucchero
  • 2 cucchiai di farina 00
  • 1 cucchiaio di maizena
  • 1/2 cucchiaino di lievito per dolci
  • aroma di vaniglia
Per il ripieno
  • 800 gr di pesche 
  • 100 gr di zucchero
  • 4 cucchiai di maizena
  • 200 ml di acqua
  • succo di 1 limone
Per lo strato di panna
  • 300 gr di panna 
  • 3 fogli di gelatina
  • 3 cucchiai di zucchero
Per guarnire
  • 150 gr di cioccolato fondente o al latte 
Iniziamo preparando la base di pan di spagna.
Battiamo con le fruste elettriche gli albumi con lo zucchero fino alla consistenza di picchi rigidi.



Abbassiamo al minimo la velocità delle fruste ed aggiungiamo pian piano un tuorlo per volta, le farine miscelate con il lievito poche per volta e l'aroma di vaniglia fino ad avere un composto omogeneo.

Lo versiamo nella teglia rivestita di carta da forno e facciamo cuocere in forno già caldo a 170° per 30 minuti.




Mentre la base sta cuocendo prepariamo la gelatina al limone.
In un tegame dal fondo spesso uniamo l'acqua, lo zucchero, il succo di limone e la maizena ed a fuoco basso facciamo addensare mescolando continuamente con un cucchiaio di legno fino a che non ha raggiunto la giusta consistenza.




Lasciamo stiepidire la gelatina e poi vi aggiungiamo le pesche sbucciate e tagliate a tocchettini. Lasciamo quindi che si raffreddi bene il tutto.



Una volta freddo versiamo il composto di gelatina e pesche sulla base di pan di spagna e mettiamo in frigorifero.



Prepariamo ora la panna montata con lo zucchero.
Con un goccio di panna facciamo sciogliere sul fuoco a fiamma bassissima i fogli di gelatina lasciati prima a bagno in acqua per 10 minuti.
Versiamo la gelatina sciolta nella panna montata ed amalgamiamo con una spatola, quindi la cospargiamo sullo strato di pesche e latina lisciandola per bene e rimettiamo in frigorifero.




Non appena la panna si è un pò raffreddata grattugiarci sopra la cioccolata e rimettere in frigorifero fino al momento di servire.
Avendo lo spazio io consiglierei di passare la teglia un pò in freezer per facilitare il taglio dei quadrotti ed evitare sbavature tra uno strato e l'altro.







Questa volta ho usato le pesche ma sono convinta che sia buonissimo anche con altri frutti, come fragole o frutti di bosco, ma anche albicocche. ^-^

Wadowicka kremówka papieska - la torta alla crema del Papa di Wadowice dalla Polonia

$
0
0

Ancora un dolce polacco per l'Abbecedario culinario europeo ospitato per questa tappa finale da Anna di "Cucina precaria".



Tra i dolci più famosi della Polonia non poteva mancare la Wadowicka kremówka papieska, la torta  alla crema del Papa di Wadowice.
Wadowice, dove nacque San Giovanni Paolo II il 18 maggio 1920 è nel sud della Polonia, a circa 50 km da Cracovia.

Casa natale di San Giovanni Paolo II a Wadowice (foto da wikipedia di Gaj777)
Veduta aerea di Wadowice (foto da wikipedia)
Come raccontò nel 1999 lo stesso allora Papa Giovanni Paolo II durante una visita alla sua città natale queste erano le sue paste preferite e subito dopo la maturità lui e gli amici scommisero a chi riusciva a mangiarne di più, ma benchè il Santo Padre ne avesse mangiate 18 non riuscì a vincere.

Per una romana che lo ha avuto per tanti anni come concittadino, che ha avuto la fortuna di vederlo quando fece visita alla propria parrocchia 29 anni fa e che è stata battezzata all'ombra del "Cuppolone" (come i romani chiamano confidenzialmente la Basilica di San Pietro) realizzare questo dolce era quasi un obbligo!! 

In alcune ricette polacche tra i due strati di pasta sfoglia c'è uno strato di crema sormontato da uno strato di panna, come nelle paste alla crema di Bled che avevo realizzato ad ottobre scorso per la tappa della Slovenia e proprio per questo ho scelto una ricetta che invece prevedesse solo uno strato di crema a cui amalgamare della panna montata proprio per non fare delle paste molto simili.
In altre zone della Polonia lo stesso dolce è chiamato napoleonka perché ricorda il millefoglie francese, noto anche 
come "Napoleone", che però è costituito da 3 strati di pasta sfoglia con un ripieno di crema pasticcera o panna o confettura.
Se alla pasta sfoglia viene invece sostituita una pasta simile alla pasta bignè ma con l'aggiunta del lievito per dolci si ottiene la Karpatka, quella che dicono sia una versione contadina e meno raffinata dello stesso dolce.

Ingredienti: 

  • 2 fogli di pasta sfoglia da 24 x 42 cm
Per il ripieno
  • 1 lt di latte
  • 50 gr di burro
  • 4 tuorli d'uovo 
  • 2 uova intere
  • 200 gr di zucchero
  • 2 cucchiaini di zucchero vanigliato
  • 120 gr di farina 
  • 70 gr di maizena
  • 1 cucchiaio di rum
  • 200 ml di panna fresca
Per prima cosa cuociamo i due strati di pasta sfoglia. Mentre viene fatto scaldare il forno a 220° disponiamo le due sfoglie con carta da forno su due teglie, le bucherelliamo accuratamente con i rebbi di una forchetta perché non si gonfino durante la cottura e quindi li facciamo cuocere 15 minuti a 220° ma senza farli colorire.
Una volta cotti li lasciamo raffreddare.




Prepariamo poi la crema. In un tegame dal fondo spesso mettiamo a scaldare 2/3 del litro di latte insieme allo zucchero, il burro, lo zucchero vanigliato fino a che non sia tutto ben sciolto nel latte.



In una ciotola mescoliamo con la frusta perché non si formino grumi i tuorli, le uova intere, la farina e la maizena passate al setaccio, quindi versiamo questo composto nel latte caldo e sempre con l'aiuto della frusta mescoliamo finché non raggiunge la giusta consistenza.



Togliamo la crema dal fuoco e quando si è intiepidita vi aggiungiamo il rum e la panna che prima abbiamo montato.



Versiamo la crema alleggerita con la panna sopra al primo strato di pasta sfoglia posizionata in una teglia (possibilmente a misura) rivestita di pellicola, livelliamo bene il tutto e posizioniamo sopra la seconda sfoglia.




Ripieghiamo la pellicola sopra la sfoglia e posizioniamo sopra dei pesi per compattare bene.



Mettiamo quindi in frigorifero per almeno 12 ore.
Poco prima di servire tagliamo a quadrotti con un coltello seghettato e cospargiamo di abbondante zucchero a velo.



Beh cosa dire?? Che San Giovanni Paolo II aveva ragione, queste paste sono veramente delicate e se ne potrebbero mangiare molte senza problemi!!



Se vorrete realizzarle più alte per dei super-golosoni basterà che le dimensioni dei due strati di pasta sfoglia siano minori e con la stessa quantità di crema otterrete delle paste altissime, anche se i 4 cm di altezza delle mie erano già perfetti.

Per chiudere un pranzo od una cena potrete renderle più preziose servendole accompagnate da frutta fresca come fragole o mirtilli, o decorate con della salsa al cioccolato, saranno sicuramente apprezzate dagli ospiti! ^-^

Kruszaniec alla confettura, l'ultima ricetta dell'Abbecedario europeo per salutare la Polonia

$
0
0

Dopo un anno e mezzo dall'inizio di questa splendida avventura con l'Abbecedario culinario della Comunità europea siamo giunti al termine del viaggio.



E' stata una bellissima esperienza che mi ha dato modo di conoscere meglio tanti paesi scoprendo le loro bellezze, le loro abitudini e tradizioni e tante nuove ricette, in particolare di pasticceria che è la mia passione. 
Sebbene il tempo sia sempre stato poco per poter realizzare tutte le ricette che mi piacevano mi sono ripromessa di farlo con calma, c'è tanto da scoprire ed imparare ancora nel nostro vecchio continente.
Un grazie particolare va ad Aiù che ha reso possibile tutto ciò ma anche a tutti coloro che hanno partecipato a questo viaggio virtuale, sia agli ambasciatori che hanno ospitato le varie tappe (tra cui ho avuto l'onore di essere) sia ai tantissimi che hanno dato il loro contributo con le proprie ricette.
Da parte mia con quest'ultimo contributo per la Polonia, ospitata da Anna di "Cucina precaria",  sono giunta a quota 133 ricette per l'Abbecedario culinario europeo, una cifra di cui sono molto soddisfatta.
Il dolce che ho voluto realizzare è il Kruszaniec z dżemem con confettura ma può essere anche con frutta (Kruszaniec z owocami).



Ingredienti:  (per una teglia da 20 x 24 cm)

Per la  frolla

  • 500 gr di farina 00
  • 120 gr di zucchero
  • 250 gr di burro
  • 4 tuorli
  • 3 cucchiaini di lievito per dolci
  • 3 cucchiai abbondanti di panna acida ( panna con un cucchiaino di succo di limone)
  • 3 cucchiaini di cacao amaro in polvere da aggiungere ad 1/3 della frolla che si ottiene
Per la meringa
  • 4 albumi
  • 1 bicchiere di zucchero 
Confettura a piacere  circa 250 gr (io ho usato quella di mirtilli)

Prepariamo innanzitutto la frolla formando un composto sabbioso amalgamando il burro freddo a pezzetti alla farina mista allo zucchero ed al lievito con la punta delle dita.




Vi uniamo quindi rapidamente i tuorli e la panna acida, lavoriamo l'impasto per formarne un panetto che divideremo in 3 parti uguali. Ad una di queste parti uniamo il cacao ed amalgamiamo.




Una prima parte di frolla bianca la stendiamo nella teglia foderata di carta da forno e la mettiamo in frigorifero, mentre le altre due parti di frolla le avvolgiamo nella pellicola e le mettiamo nel freezer.


Ora prepariamo la meringa battendo gli albumi con lo zucchero usando le fruste elettriche.Di questo passaggio non ho fatto le foto ma basterà ottenere una bella meringa soda.

Ora riprendiamo la teglia, cospargiamo la frolla di confettura, poi sopra alla confettura cospargiamo la frolla al cacao grattandola con una grattugia a fori a goccia.




Versiamo sopra la meringa livellandola con un cucchiaio e quindi grattugiamo sopra l'altro panetto di frolla bianca.





Mettiamo a cuocere 50 minuti nel forno già caldo a 180°.


Tagliate a quadrotti ed il kruszaniec alla confetturaè servito.




Se in casa avete solo gli ingredienti per fare una crostata e debbono arrivare a breve ospiti inattesi vi consiglio di farla, la sua esecuzione è anche più rapida di quella di una banale crostata ma assolutamente più bella e buonissima.
Con queste dosi è dolce al punto giusto senza esserlo troppo e non la trovate veramente coreografica, anche ad accompagnare un tè pomeridiano?



E con questa ricetta n° 133 saluto l'Abbecedario culinario europeo, spero vi sia piaciuto scoprire tante nuove ricette anche molto lontane dai nostri gusti abituali. 
Ma chissà se presto non inizieremo un nuovo viaggio? Voi tenete i bagagli sempre pronti, vi abbraccio ed alla prossima. ^-^
PS: Un abbraccio particolarmente affettuoso ad Aiù ed un bacione smackkkkkkkkkkkk

I "Baci di Pantelleria"

$
0
0


Ormai chi mi segue sa che nelle mie vene scorre sangue tosco-siculo e forse sarà per questo che adoro queste due regioni e le loro tradizioni gastronomiche, naturalmente oltre al Lazio in cui sono nata.
E questa volta ho voluto cimentarmi in un dolce tipico di Pantelleria che avevo scoperto un pò di tempo fa e che ultimamente anche Mariabianca di "Panza e Presenza" ha realizzato.
Di questa splendida isola avevo avuto modo di assaggiare diverse bontà grazie ad una collega di Pantelleria che nell'isola aveva ancora i genitori e che ogni volta ci portava qualche specialità, couscous di pesce, mustazzoli che sembravano ricamati, ricordo ancora un brindisi che facemmo per le feste di Natale con uno splendido moscato spumante di Pantelleria prodotto con uve Zibibbo, semplicemente stupendo.
Fresca sposina , ormai 33 anni fa, avevo preso l'abitudine di acquistare per posta da un famoso catalogo vari attrezzini normalmente introvabili nei negozi di Roma e tra questi acquistai anche degli stampini per fare frittelle che usai per un pò e poi finirono accantonati nel cassetto delle mille cianfrusaglie non proprio indispensabili ma che "Possono sempre servire!!".
In seguito ho scoperto che sono tipici altoatesini,  ma sono anche indispensabili per creare le "scorce"ossia le cialde dei baci di Pantelleria. Come spesso accade regioni lontane sono unite dalla cucina  !!!
Non ho quindi nemmeno la scusa di non avere i "ferretti" appositi ed allora................
CHE BACI DI PANTELLERIA SIANO!!!!!!


Ecco il set di ferretti che giaceva in letargo in un cassetto della cucina!!

Ingredienti per 8 baci panteschi:

Per le "scorce" (16 frittelle)

  • 2 uova
  • 150 gr di farina
  • 20 gr di zucchero a velo
  • 120 gr di latte
  • 2 gr di lievito di birra
  • un pizzico di sale
  • odore di vaniglia
Per il ripieno 
  • 300 gr di ricotta
  • 120 gr di zucchero
  • 50 gr di gocce di cioccolato
  • un pizzico di scorza di limone grattugiata
Zucchero a velo per spolverizzare i baci

Debbo confessarvi prima di tutto che il mio rapporto con questi ferretti è sempre stato di odio-amore.
Se si segue con esattezza la procedura giusta le frittelle riescono una bellezza, ma se si sbaglia qualcosa il tentativo di fare le frittelle fallisce miseramente.
Sinceramente avrei potuto ricavare più di 8 baci, ma alla fine il ferretto mi ha tradita e mi sono dovuta fermare.
Spero quindi di riuscire a spiegarvi con esattezza tutti i vari passaggi.

Per prima cosa bisogna iniziare a preparare la pastella per le frittelle.
In una ciotola mescoliamo le uova intere con lo zucchero a velo, aggiungiamo il latte ed il lievito di birra fresco o l'equivalente in lievito di birra disidratato (circa MEZZO GRAMMO). Sempre con la frusta amalgamiamo la farina setacciata unita al sale ed alla vaniglia perché non si formino grumi. 
Dovrà risultare una pastella piuttosto densa.



Mettiamo dell'olio di arachidi in un pentolino, gli facciamo raggiungere la giusta temperatura controllando che uno stecchino di legno immerso produca delle bollicine continue, vi immergiamo il ferretto che posiamo un attimo sulla carta assorbente.




Immergiamo quindi il ferretto nella pastella senza che questa lo ricopra ed immergiamo immediatamente il ferretto nell'olio caldo, ma non bollente, scuotendolo leggermente affinché la frittella si stacchi e la lasciamo dorare qualche secondo da entrambe i lati.





Facciamo scolare le frittelle sulla carta assorbente e proseguiamo nella cottura fino ad esaurimento della pastella.

Passiamo ora a preparare il ripieno.
La ricotta l'avremo fatta scolare in precedenza in un passino per eliminare tutto il siero e poi l'avremo passata al setaccio.
Vi uniamo lo zucchero, una grattata di scorza di limone che ci sta divinamente e per ultime le gocce di cioccolato.



Spalmiamo abbondante crema di ricotta su una delle frittelle e ricopriamo con un'altra frittella. 



Una abbondante spolverata di zucchero a velo ed i "baci di Pantelleria" sono pronti per essere gustati! 


Il ripieno è quello dei classici cannoli (vi si possono aggiungere anche dei canditi), mentre le frittelle leggere sostituiscono le classiche cialde rendendo particolari questi baci veramente deliziosi!! ^-^



Traditional Irish Brown Soda Bread......ed in nemmeno un'ora si ha del fragrante pane appena sfornato !

$
0
0


Sarà che da quando il 6 luglio scorso si è concluso l'Abbecedario culinario europeo mi manca la ricerca costante di ricette sconosciute  (per quanto il tempo potesse permetterla) e tante che avrei voluto realizzare sono rimaste nella lista dei buoni propositi, ma questo pane mi piaceva proprio provarlo.
Certo pensare ad un pane irlandese quando nel nostro paese abbiamo una miriade di pani caratteristici non solo di ogni regione, ma addirittura di ogni città, sembra un'eresia!!
Addirittura varrebbe la pena fare un viaggio alla scoperta di tutti i pani italiani, cercando di rivalorizzare quelli antichi che ormai, specialmente nelle grandi città, sono stati soppiantati da quelli più gettonati. A Roma ad esempio si trova il pane arabo, ma non c'è più traccia della mitica "ciriola" che ha sfamato i romani fino a non molti anni fa, tranne nelle sofisticate boutique del pane dove più che il pane sembra di acquistare gioielli!!
Voler realizzare questo pane irlandese non è una mancanza di rispetto reverenziale nei confronti del nostro che mani sapienti realizzano con pochi ingredienti di qualità, utilizzando lievito di birra o meglio ancora lievito madre. E' semplicemente voler provare un pane che non richiede una maestria nella lavorazione dell'impasto perché l'impasto per il pane irlandese deve essere lavorato pochissimo per non inibire la lievitazione durante la cottura.
Non dovendo quindi lievitare prima della cottura si rivela un pane rapidissimo da fare e che può salvarci quando ci troviamo improvvisamente senza questo straordinario accompagnamento a numerose pietanze.
Un sito irlandese per la difesa e promozione dell'Irish Soda Bread spiega che gli unici ingredienti per questo pane tradizionale sono la farina, il bicarbonato di sodio, il latticello ed il sale, qualsiasi altro ingrediente aggiunto stravolge la ricetta originale del pane che gli irlandesi mangiavano tutti i giorni  a partire dalla metà del 19° secolo.
Specifica anche che la condizione ottimale per ottenere un perfetto pane irlandese è di trovarsi in una zona molto umida, avere una temperatura moderata ed un'altitudine tra i 200 ed i 500 mt. 
Un tempo veniva cotto direttamente sul fuoco all'interno del "dutch oven" (forno olandese) che se invece aveva i piedini era chiamato "forno olandese da campeggio", ancora in uso tra i campeggiatori che amano le attrezzature tradizionali e non le modernità.
Sostanzialmente una pesante pentola di ghisa fornita di coperchio. Attualmente ci sono "forni olandesi" che possono andare anche all'interno dei nostri moderni forni.


Dutch oven - Forno olandese del 1890 (foto wikipedia)

L'unico svantaggio di questo pane è che non può essere conservato più di 2 giorni, quindi o si congela o si prepara giornalmente che vista la rapidità non è un problema!! 
Le quantità dei vari ingredienti le ho calcolate trasformando le once della ricetta originale in grammi. 


  • 340 gr di farina integrale
  • 113 gr di farina 00
  • 397 gr di latticello
  • 1 cucchiaino di sale
  • 1 cucchiaino e 1/2 di bicarbonato di sodio
Per prima cosa riscaldiamo il forno a 210°.
Se non avete il latticello come me potete mescolare latte e yogurt in parti uguali (circa 200 gr di ciascuno)ed aggiungere un cucchiaio di succo di limone facendo riposare il tutto per 10 minuti.
In una ciotola mescoliamo tutte le polveri e vi uniamo nel mezzo poco per volta il latticello mescolando con un cucchiaio, ammassare leggermente l'impasto sul ripiano infarinato formando un pane tondo ed alto poco più di 1 cm (1/2 pollice dice la ricetta), con un coltello passato nella farina pratichiamo una croce profonda e disponiamo il pane in una teglia tonda foderata con carta da forno.



Inforniamo a 210°e facciamo cuocere coprendo con un'altra teglia per i primi 30 minuti (simulando un forno olandese) e poi scoperto per altri 15 minuti.
Il pane sarà perfettamente cotto se battendo la parte inferiore darà un suono sordo.
Copriamo il pane con un canovaccio e lo spruzziamo di acqua per fargli mantenere l'umidità.


Sicuramente è un pane più compatto e non è alveolato come quelli ottenuti con una lievitazione, ricorda molto il pane che ho mangiato in Germania, ma il sapore è buono! 


Io l'ho provato con dello speck, mozzarella e qualche pomodorino, vi assicuro che è buonissimo e sono sicura che tostato sarebbe perfetto per una classica "bruschetta"!!


Ciao ciao, alla prossima!! ^-^

Il limoncello di zia Dina - quanti ricordi legati a quel profumo di limoni

$
0
0

Non so se capita anche a voi, ma quando preparo determinate ricette il ricordo è legato indissolubilmente a chi me le ha insegnate o le preparava con amore per me.
Quando preparo il limoncello il pensiero va immancabilmente a più persone che ormai non ci sono più, ma che porto comunque nel cuore.
Più di 30 anni fa Antonio, il mio dirimpettaio, aveva voluto piantare in un vaso i semi di un limone che aveva trovato particolarmente profumato e dopo alcuni anni quella piantina era sì  bella verde, ma secondo Pacifica (la moglie, che mia figlia Francesca chiamava "nonna Cicca")) non avrebbe mai dato dei frutti..........senza sapere che anche con le cure più appropriate una pianta di limoni non dà frutti prima di alcuni anni.
Così volle regalarla a me perché la piantassi nel giardino della casa che abbiamo al mare nel comune di San Felice Circeo  ..... ricordo ancora la domenica che passammo tutti insieme, Pacifica, mia madre, la mia figlia più grande che allora aveva pochi mesi .......la piantina venne quindi trapiantata in giardino.
Dopo poco quella pianticella cominciò a crescere magnificamente e a dare i suoi frutti, anche se il tentativo di innesto di Rita
(la nostra vicina del mare con la quale abbiamo trascorso dei meravigliosi anni tra chiacchiere serali e meravigliose pizze cotte al forno a legna) non sortì nessun effetto sulle spine che ne ricoprivano i rami.
Ma a dispetto delle spine  cominciò a riempirsi sempre più di meravigliosi limoni giganteschi che ricordano  quelli di Sorrento sia nel profumo che nella buccia e nelle dimensioni.
Ora è un albero meraviglioso che ci regala ogni anno una quantità di frutti spaventosa ed è tale la loro qualità che non riesco più ad usare limoni comprati perché non hanno mai il profumo ed il sapore dei nostri.
Con questi limoni meravigliosi ho iniziato a preparare il limoncello secondo la ricetta di zia Dina, la zia di mio marito che della sua Sardegna incarnava tutte le qualità.
Una  donna minuta dal cuore generoso, splendida cuoca che spaziava dalle ricette tipiche della sua terra (chi dimentica i suoi culurgiones)  a quelle più sofisticate che realizzava per le famiglie che volevano una cuoca per dei pranzi importanti.
E proprio lei mi diede questa ricetta del limoncello che in casa sua non mancava mai, come il "pane carasau" che preparava settimanalmente per zio Cesare, il marito.
Molte ricette che ho poi letto differivano dalla sua, ma cercando tra quelle originali della Costiera Amalfitana ho avuto la conferma che la sua era proprio quella giusta ed io continuo a preparare il limoncello come lei mi ha insegnato. Quello di zia Dina  è un limoncello bello "tosto", ma se a voi piacesse più leggero potete aumentare il quantitativo di acqua.

Ingredienti per 1 lt di limoncello:

  • 1/2 lt di alcool di buona qualità
  • 1/2 di acqua
  • la scorza di circa 4 - 5 limoni della Costiera Amalfitana
  • 450 gr di zucchero
Per prima cosa dopo aver pulito accuratamente i limoni lavandoli e spazzolandoli se ne ricava la sola buccia con un pela patate evitando la parte bianca che risulterebbe amara.
Mettiamo le bucce con l'alcool in un barattolo di vetro a chiusura ermetica e le lasciamo in un luogo buio per 20 giorni durante i quali rilasceranno i loro oli essenziali.



Trascorsi i 20 giorni prepariamo uno sciroppo facendo sciogliere lo zucchero in 1/2 lt di acqua portata ad ebollizione e lo lasciamo freddare.
Una volta freddo lo aggiungiamo nel barattolo dove sono l'alcool e le bucce di limone e lasciamo ancora riposare al buio per altri 10 giorni.



Non resta che passare il liquore con un setaccio a maglie strettissime ed imbottigliare.



Il limoncello va servito freddissimo di frigorifero e con bicchierini altrettanto freddi ed assaporerete un liquore favoloso!! 

I diplomatici, una piccola squisitezza tutta italiana!!

$
0
0

Queste paste chiamate "diplomatici" (o al femminile "diplomatiche" o anche "zuppette") sono un classico delle pasticcerie italiane e secondo me la fortuna o meno che possono riscuotere è tutta dovuta alla bagna che viene utilizzata.
Sostanzialmente si tratta di due strati di pasta sfoglia con al centro uno strato di pan di spagna e fra uno strato e l'altro della crema diplomatica.
E proprio lo strato di pan di spagna deve essere bagnato con uno sciroppo di acqua e zucchero arricchito di un liquore che può essere rum (come qui a Roma), alchermes o addirittura limoncello.
La giusta dose di liquore e la sua qualità dona al diplomatico quel gusto particolare, ma per i bambini o per chi non ama i liquori, allo sciroppo si può aggiungere un'essenza.


Ingredienti:  (per circa 30 diplomatici da 6 cm x 6)

  • 2 rotoli di pasta sfoglia da 24 x 42 cm
Per il pan di spagna
  • 8 uova intere
  • 240 gr di zucchero
  • 240 gr di farina 00
  • un pizzico di sale
Per la crema pasticcera
  • 1/2 lt di latte
  • 2 tuorli e 2 uova intere
  • 180 gr di zucchero
  • 100 gr di farina
  • aroma di vaniglia
  • un pizzico di sale
Per la chantilly
  • 100 ml di panna da montare 
  • zucchero secondo i gusti
Per la bagna
  • 100 ml di acqua 
  • 1 cucchiaio di zucchero
  • 50 ml di rum o altro liquore a vostro piacere o essenza
Gocce di cioccolato o cioccolato sminuzzato per arricchire la crema diplomatica 


Si inizia a preparare il pan  di spagna, per cui potete seguire anche la vostra solita ricetta, montando con la planetaria le uova intere con lo zucchero ed il pizzico di sale per circa 25 minuti fino a che non sono bianche e spumose.
Mescolando poi con un cucchiaio di legno si aggiunge la farina delicatamente dal basso verso l'alto per non smontare le uova e si cuoce l'impasto in una teglia imburrata ed infarinata a 180°
per circa 40 minuti. Si lascia raffreddare.
Di questa preparazione non ho messo le foto ma è veramente semplice.

Si passa quindi alla preparazione della crema pasticcera battendo in un tegame le uova con lo zucchero, la farina, il sale e la vaniglia. 
Ci si aggiunge il latte fatto scaldare a parte mescolando con la frusta e rimettere sul fuoco a fiamma bassa continuando con le fruste fino a che non raggiunge la giusta consistenza. Si tratterà di una crema molto densa.
Si lascia raffreddare.


Una volta completamente fredda si monta un pò con le fruste elettriche e vi si aggiunge la panna montata con lo zucchero (Chantilly) sempre con le fruste elettriche per dar vita alla crema diplomatica.



Si cuociono i due strati di pasta sfoglia a 200°in forno già caldo ponendoli con la carta da forno sulla teglia, bucherellandoli con i rebbi della forchetta e cospargendoli di zucchero a velo. Dovranno risultare leggermente dorati.


Poniamo il primo strato di pasta sfoglia con lo zucchero verso l'alto in una teglia che lo contenga quasi alla perfezione e rivestita abbondantemente di pellicola che esca dai bordi della teglia stessa.Vi cospargiamo metà della crema diplomatica cospargendola di gocce di cioccolato (io nel primo strato le ho dimenticate).


Sopra alla crema disponiamo il pan di spagna tagliato a fette dello spessore di 2 cm e lo bagniamo con lo sciroppo ormai freddo ottenuto facendo sciogliere sul fuoco lo zucchero nell'acqua ed a cui fuori dal fuoco abbiamo aggiunto il liquore.


Sul pan di spagna spalmiamo il resto della crema diplomatica e cospargiamo altre gocce di cioccolato.


Posizioniamo l'ultimo strato di pasta sfoglia con la parte zuccherata a contatto con la crema ed avvolgiamo con la pellicola che superava i bordi della teglia.


Con dei pesi che compattino i vari strati lasciamo i diplomatici in frigorifero almeno alcune ore, meglio ancora tutta la notte.

Il giorno dopo capovolgiamo i diplomatici su un tagliere dopo aver aperto la pellicola, cospargiamo la superficie con lo zucchero a velo e con il palmo della mano lo facciamo penetrare nei fori della sfoglia per compattarla. Con un setaccio cospargiamo nuovamente la superficie con abbondante zucchero a velo.

Con un coltello a seghetto tagliamo i quadrotti incidendo prima la superficie della pasta sfoglia e poi effettuando il taglio netto. Questa è l'unica operazione difficile perché bisogna fare attenzione a non rompere la pasta sfoglia.




Sono squisiti, una piccola dolcezza per concludere un pranzo!!


I biscotti all'amarena dalla tradizione partenopea

$
0
0

Questi squisiti biscotti li ho assaggiati una volta in un forno della mia zona e me ne sono innamorata.
Cercando tra le ricette del web per rifarli ho scoperto che sono un mezzo per riciclare avanzi di pan di spagna, biscotti o altri tipi di torte secche e per questo spesso non sono acquistati con entusiasmo nelle pasticcerie.
Anche i tartufi ricoperti di codette di cioccolato, che io adoro fin da quando ero bambina, mia madre si rifiutava di comprarmeli perché diceva che erano fatti con gli scarti degli altri dolci, ma se per scarti intendiamo qualcosa di rifilato e non utilizzabile diversamente e non qualcosa di andato a male ben venga il riciclo, a me i tartufi fanno impazzire come pure questi biscotti all'amarena.
Certo se ce li facciamo da soli siamo certi di quello che ci mettiamo dentro, riciclo si ma di cose comunque buone come pandoro nel periodo natalizio, pan di spagna, biscotti, savoiardi!!



Ingredienti:   (per 18 biscotti)         

Per la pasta frolla


  • 270 g di farina 00
  • 120 g di zucchero semolato
  • 120 g di burro a temperatura ambiente
  • 1 uovo intero ed 1 tuorlo
  • la scorza grattugiata di un limone
  • un pizzico di ammoniaca per dolci

  • Per il ripieno 

    • 300 gr di confettura di amarene
    • 300 gr di pan di spagna (o savoiardi misti a  biscotti secchi)
    • 2 cucchiai di cacao amaro
    • 2 cucchiai di alchermes
    • 1 cucchiaio dello sciroppo in cui sono conservate le amarene 
    • 3 cucchiai di latte
    Per la glassatura
    • 1 albume
    • 50 gr di zucchero a velo 
    Iniziamo a preparare la frolla mettendo in una ciotola la farina mescolata con l'ammoniaca, lo zucchero ed il burro e con i polpastrelli delle dita creare un composto sbriciolato.


    A questo aggiungiamo il tuorlo e l'uovo intero, la scorza grattugiata del limone ed impastare il tutto velocemente formando un panetto liscio e compatto che verrà avvolto nella pellicola e fatto riposare in frigorifero per mezz'ora.



    Nel frattempo mettiamo tutti gli ingredienti per il ripieno nel mixer fino a che non formino un composto ben omogeneo e non troppo morbido, in caso aggiungere i liquidi poco per volta per vedere se ne fossero sufficienti in minor quantità rispetto alla ricetta.



    Stendiamo ora la pasta frolla in un rettangolo di circa 1/2 cm di spessore e con il lato minore di circa 14 cm.


    Disporre al centro della frolla il salsicciotto di ripieno.


    Chiudere bene la pasta frolla intorno al ripieno aiutandosi con della carta d'alluminio con cui chiuderemo il rotolo.
    Con le mani cerchiamo di compattarlo e con la giuntura rivolta verso il basso diamogli una leggera schiacciata.
    Facciamolo quindi riposare in frigorifero per mezz'ora.


    Una volta ben freddo tagliare delle fette di 2 cm di spessore.


    Disponiamo i biscotti sulla teglia coperta con carta da forno e facciamo cuocere 25 minuti a 180° in forno già caldo.


    Una volta tiepidi li spennelliamo per bene con la ghiaccia di albume e zucchero a velo e rimettiamo in forno a 160° per altri 5 minuti lasciandoli raffreddare a forno aperto.


    Quando la ghiaccia si è asciugata con uno stuzzicadenti intinto nella confettura di amarene tracciamo 3 righe sul biscotto.




    I biscotti sono pronti, tantissime calorie per ognuno di essi che pesano ben 70 gr circa ciascuno, ma ogni tanto uno strappo si può anche fare, giusto ?!


    Alla prossima ^-^

    Polpettine di melanzane - il finger food estivo

    $
    0
    0

    Questa è la stagione delle melanzane, hanno il sapore che solo il sole ed il pieno terreno gli possono dare e di modi di cucinarle ce ne sono tantissimi.
    Se si vuole preparare un antipasto o un aperitivo caldo le polpettine di melanzane sono degli ottimi finger food e possono essere fritte o cotte in forno per essere più leggere.
    Tranne il tempo per la cottura delle melanzane nel forno, che tra l'altro non necessita di nessuna cura, la loro preparazione è rapidissima.

    Ingredienti:  (per circa 38 polpettine) 

    • 1 kg di melanzane
    • 150 gr di pangrattato
    • 150 gr di parmigiano reggiano grattugiato (ma se volete un sapore più deciso potete mescolarci anche del pecorino grattugiato)
    • 2 uova grandi
    • 2 cucchiai di prezzemolo tritato
    • 1 spicchio d'aglio schiacciato con l'apposito attrezzino
    • sale e pepe q.b.
    Dopo aver lavato le melanzane ed aver eliminato le estremità le 
    facciamo cuocere in forno a 200° per 1 ora su una teglia foderata di carta da forno.



    Appena stiepidite le apriamo e ne preleviamo la polpa con un cucchiaio.




    Poniamo la polpa in un colino e premendole ne facciamo uscire l'acqua.



    Ora aggiungiamo alla polpa di melanzane tutti gli altri ingredienti.





    Amalgamiamo bene ed otteniamo un composto sodo.



    Formiamo delle polpettine tonde .........



    ....e le passiamo nel pangrattato.



    Basta friggerle in abbondante olio....... 



    .......farle asciugare su della carta assorbente e sono pronte per essere gustate tiepide.



    Volendo potete anche arricchirne l'interno con un quadratino di scamorza, o provola o fiordilatte o del vostro formaggio locale che possa fondere durante la cottura.



    Con poco lavoro otterrete delle polpettine davvero gustose e sfiziose, una tira l'altra. 

    Una soffice torta farcita con crema al cioccolato e guarnita con more di rovo

    $
    0
    0

    Anche quest'anno le vacanze in Umbria sono volate e con la connessione difficile non mi è stato possibile postare nulla, quindi anche se in differita lo faccio ora.


    Due settimane in una campagna verde dove ancora ci sono distese di girasoli, granturco, viti da vino, olivi, ed in parecchi dietro casa nell'orto hanno tutto quello che di stagionale si può coltivare: pomodori, zucchine, melanzane, peperoni oltre ai soliti animali da cortile.






    Mi sono divertita con Rosalba (la cugina di mio marito) a preparare  pici a volontà che sono stati conditi una volta con ragù e l'altra con salsa all'aglione. Sono diventata così esperta nell'appiciare che mi vengono perfetti come quelli industriali. ^-^





    Abbiamo visto Rosalba preparare in casa le salsicce che poi ci ha grigliato sulla brace di legna, un sapore unico!!




    Dopo diversi anni siamo tornati a cercare le more, dopo che l’ultima volta l’avevamo fatto con un nostro caro amico che se n’è andato troppo presto.
    Ci siamo addentrati nei fossati tra i campi coltivati dove ad ogni passo l'odore della menta calpestata riempiva l'aria del suo profumo.  Tra quei campi di notte si avventurano i cinghiali e siamo riusciti a vedere  anche quella che poteva essere la tana di una volpe.




    Graffi e spine su braccia e mani ma siamo riusciti a raccogliere 4 chili di splendide more mature e saporite.




    Ho preparato la confettura che tanto amiamo ma ho voluto usare anche delle more  per preparare un dolce, già perché anche in vacanza senza mixer, fruste elettriche o planetaria ma con una frusta a mano ed un semplice forno elettrico la passione non si ferma davanti agli ostacoli.
    Ma come non farsi prendere dalla tentazione con delle uova appena deposte e delle more stupende?




    Ingredienti:(per una teglia da 22 cm)

    Per la base di biondina

    • 3 uova
    • 120 gr di zucchero
    • 150 gr di farina OO
    • 35 gr di fecola di patate o frumina o farina di riso
    • 1/2 bicchiere di latte (circa 100 ml)
    • 1 tazzina da caffè di olio di semi (circa 50 ml)
    • 1 bustina di lievito (meglio se specifico per pan di spagna)
    • mezza fialetta di aroma vaniglia o la scorza grattugiata di un limone 
    • un pizzico di sale
    Per la crema al cioccolato
    • 300 ml di latte
    • 100 gr di cioccolato fondente
    • 2 cucchiai di fecola di patate
    • 4 cucchiai di zucchero
    • essenza di vaniglia
    Per la bagna 
    • succo di more 
    • pochissimo maraschino o rum a piacere
    Per la guarnizione 
    • more fresche
    • gelatina di more
    • 100 gr di cioccolato fondente  



    Non vi ho fotografato i vari passaggi perché il procedimento è veramente semplice, basta seguire alcuni accorgimenti.
    Innanzitutto le uova ed il latte debbono essere a temperatura ambiente.
    Si comincia battendo con le fruste elettriche le uova intere con lo zucchero per 10 minuti fino a che non sono gonfie e bianche.
    Sempre con le fruste elettriche aggiungiamo l'olio ed il latte.
    Aggiungiamo l'aroma di vaniglia o la scorza di limone grattugiata.
    Mescoliamo insieme le farine con il lievito e setacciandole le uniamo al composto con un mestolo di legno mescolando dal basso verso l'alto.
    Versiamo il tutto nella teglia imburrata ed infarinata livellando l'impasto battendo leggermente la teglia.
    Facciamo quindi cuocere in forno a 160° per 45 minuti ma fate la prova stecchino per essere sicuri che sia cotta.
    Se volete essere sicuri che la parte superiore della torta sia ben livellata basta capovolgere la biondina sul porta torta quando è ancora tiepida, il fondo della torta sarà sicuramente perfettamente liscio.

    Preparare quindi la crema mettendo sul fuoco a fiamma bassa il latte con la cioccolata e lo zucchero fino a che la cioccolata non si è sciolta. Fuori dal fuoco aggiungere la vaniglia e la fecola mescolando con la frusta perché non si formino grumi, rimettere sul fuoco a fiamma moderata continuando a mescolare con la frusta fino a che la crema non si è addensata.

    Il succo di more lo avevo ottenuto nella prima fase di preparazione della confettura di more. Per poterle passare nel passapomodoro e quindi privarle dei semi pongo le more in una casseruola con appena un goccio d'acqua e le faccio cuocere mescolandole con un cucchiaio di legno fino a che non cambiano colore. A quel punto con la schiumarola tiro via le more che poi metterò nel passapomodoro per proseguire la preparazione della confettura. 
    A noi interessa per questa ricetta il liquido rimasto nella casseruola che ha tutto il sapore delle more, vi aggiungo lo zucchero semolato e lo faccio sciogliere.

    Tagliare a metà la biondina ormai fredda, bagnare le due parti interne con il succo di more che avevo ottenuto mescolato con poco maraschino o rum.

    Farcire la biondina con la crema al cioccolato ormai fredda e porla per qualche ora in congelatore.

    Con la cioccolata fatta fondere a bagnomaria ricoprire bene tutto il bordo della torta (che essendo fredda farà indurire subito la cioccolata) facendo in modo di formare un rialzo intorno al bordo superiore della torta. 
    Questo servirà a contenere il succo di more a cui si aggiungono dei fogli di gelatina ammorbiditi per 10 minuti in acqua fredda e fatti sciogliere in un cucchiaio di succo di more posto sul fuoco. Aggiunta la gelatina sciolta al succo di more farla freddare e quindi ricoprirvi la parte superiore della torta e sopra posizionare le more lavate e brinate con dello zucchero semolato. 




    Esteticamente non è venuta perfetta, per la rifinitura con il cioccolato fondente avevo solo dei coltelli seghettati che non erano adatti e la biondina sarebbe dovuta venire più alta ma montare l'impasto con una semplice frusta a mano non ha dato lo stesso risultato che avrei ottenuto con le fruste elettriche.  
    Il sapore però era squisito e credo lo sarebbe stato forse ancora di più se avessi farcito la torta con della crema pasticcera che avrebbe fatto esaltare maggiormente il gusto delle more, la prossima volta me ne ricorderò.

    Nei prossimi giorni vi posterò anche gli altri dolci che ho preparato in vacanza......a presto!! ^-^

    Una crostata con crema e frutta da mangiare in compagnia

    $
    0
    0

    Giuro che questo è l'ultimo post che parla delle vacanze in Umbria fino alle prossime.......ma anche di un dolce mangiato in compagnia.
    Per la prima volta siamo stati soli soletti mio marito ed io per ben 10 giorni, solo gli ultimi 4 giorni ci ha raggiunti la più piccola dei figli.
    Beh proprio soli soletti no, per la prima volta abbiamo portato fuori Muffin, il gattino che ci hanno regalato pochi giorni dopo che il nostro adorato Simba ci aveva lasciati.
    Per lui, abituato in appartamento, è stata una ventata di libertà che gli abbiamo fatto conquistare poco alla volta per essere sicuri che ritrovasse la strada di casa se si fosse allontanato.


    Ecco Muffin su un muretto che osserva un suo nuovo amico felino.
    Quest'anno in alcune zone del nostro paese l'estate non è veramente mai arrivata ma le piogge insistenti che ci hanno flagellato dall'inverno fino ad oggi hanno almeno contribuito a far innalzare il Lago Trasimeno raggiungendo finalmente lo zero idrometrico, mentre negli anni passati ne era stato molto al di sotto.  
    E' stato bello passeggiare lungo il lago sentendone il profumo e vedere i gabbiani appollaiati sulla barriera vicino al molo, anatre e germani reali nuotare in fila, folaghe, garzette, aironi e cormorani.


    Gabbiani al sole sulla barriera vicino al molo di Castiglione


    Germani reali


    La candida fortezza medievale Rocca del Leone di Castiglione del lago che domina il Lago Trasimeno

    Vista sul lago da Castiglione

    Per fortuna non ci siamo imbattuti, come altre volte, in istrici feriti per attraversare la strada e non abbiamo avuto modo nemmeno di vedere le nutrie che a me sono simpatiche ma ai contadini del posto un pò meno per i danni alle coltivazioni.
    Nel centro di Castiglione come sempre una marea di turisti oltre ad ammirare il panorama e le bellezze architettoniche erano in cerca di specialità gastronomiche del posto e di souvenir tipici.




    A rendere speciale questa nostra vacanza il matrimonio di una nipote di mio marito nella splendida "Sala delle Investiture" del Palazzo Ducale della Corgna ora sede del Comune di Castiglione....





    ....ed il rinfresco nella splendida cornice di un Relais che occupa un antico borgo monastico del XII secolo a Petrignano del Lago, a due passi dalla Toscana con una splendida vista sul lago Trasimeno e prelibatezze della cucina tosco-umbra. 






    Per un pranzo con i cugini volevo fare un dolce che non richiedesse particolari attrezzature che non ho ed ho pensato ad una fresca crostata alla crema con frutta. Avendo trovato al supermercato degli splendidi ribes e mirtilli freschi ho deciso di utilizzarli insieme a pesche ed ananas sciroppata.
    Voi naturalmente potrete utilizzare solo frutti di bosco se avrete la fortuna di trovare anche lamponi, more e fragoline.
    Per la base ho seguito la ricetta della frolla che faccio  da anni e che è veramente perfetta e finalmente colgo l'occasione per postarvela.  

    Ingredienti: (per una teglia rettangolare da 21 x 25 cm)

    Per la base di frolla

    • 350 gr di farina 00
    • 2 tuorli ed 1 uovo intero
    • 150 gr di burro
    • 150 gr di zucchero
    • 1/2 cucchiaino di lievito per dolci
    • la scorza grattugiata di 1/2 limone
    Per la crema
    • 250 ml di latte 
    • 1 uovo intero
    • 50 gr di farina 00
    • 75 gr di zucchero 
    • aroma di vaniglia
    Per la frolla ho mescolato la farina con il lievito, ne ho fatta una fontana sul piano di lavoro ed al centro ho messo il burro a pezzetti a cui ho fatto amalgamare la farina lavorando con i polpastrelli delle dita per ricavarne delle briciole.
    Riformata la fontana ho messo nel centro lo zucchero, i tuorli e l'uovo intero, la scorza grattugiata di limone ed ho fatto amalgamare il tutto prima con una forchetta e poi lavorando il minimo con le mani. Avvolta nella pellicola ho fatto riposare la frolla in frigorifero per almeno 30 minuti.



    Nel frattempo ho preparato la crema amalgamando in una casseruola lo zucchero, la farina e l'aroma di vaniglia all'uovo. Con una frusta aggiungere il latte fatto scaldare e rimettere sul fuoco a fiamma moderata girando sempre con la frusta fino a raggiungere la giusta densità.
    Togliere dal fuoco e lasciar freddare.



    Ripresa la frolla l'ho stesa con il mattarello a misura perché coprisse il fondo della teglia (foderata di carta da forno) e rigirasse anche per 2 cm sui laterali. L'ho bucherellata con i rebbi della forchetta e fatta cuocere in bianco per 20 minuti a 180°, quindi l'ho fatta freddare.



    Una volta fredda la base l'ho farcita con la crema e decorata con la frutta su cui ho versato dello zucchero di canna anziché il solito zucchero a velo o la gelatina per dare una nota di croccante.



    Anche se le foto fatte col cellulare non sono granché (la scheda della macchina fotografica era impazzita) era veramente squisita, un dolce semplice che incontra sempre il favore di chi lo mangia e che non stanca mai!!  



    La crostata toscana di semolino e ganache al cioccolato

    $
    0
    0


    Più mi aggiro nell'universo dei dolci e più mi rendo conto di quanto sia infinitesimale ciò che conosco rispetto a ciò che mi è sconosciuto.
    E proprio per la continua curiosità che mi porta alla ricerca di ricette tipiche da scoprire e sperimentare o anche di diverse versioni di ricette che già ho provato, mi sono imbattuta in un dolce che, pur essendo stata spesso ospite dei miei zii a Prato (la città di mio padre) ed avendo visitato tante volte Firenze che sento un pò la mia seconda città, non avevo mai visto né tanto meno assaggiato.
    L'ingrediente particolare di questo dolce è il semolino, che di per sé non ha un gran sapore ma arricchito da spezie ed essenze nei dolci diventa veramente delizioso. In alcune ricette lo mescolano con della ricotta, io invece ho voluto provare la versione di solo semolino a cui la scorza d'arancia dà un sapore particolare.



    Ingredienti: (per una tortiera da crostata di 28 cm di diametro)

    Per la pasta frolla 

    • 200 gr di farina 00
    • 100 gr di burro
    • 100 gr di zucchero semolato
    • 2 uova 
    • un pizzico di sale
    • aroma di vaniglia
    • scorza grattugiata di mezzo limone


    Per la crema al semolino
    • 1/2 di latte 
    • 125 gr di semolino 
    • 2 uova 
    • 150 gr di zucchero
    • 30 gr di burro
    • odore di vaniglia
    • una spolverata di cannella
    • la scorza grattugiata di un'arancia
    • un pizzico di sale

    Per la ganache al cioccolato
    • 200 gr di cioccolato fondente
    • 200 ml di panna
    • 50 gr di zucchero a velo
    Per prima cosa prepariamo la frolla col solito sistema di sbriciolare la farina con burro e zucchero, quindi aggiungiamo tutti gli altri ingredienti ed avvolgiamo l'impasto nella pellicola facendolo riposare 30 minuti in frigorifero.





    Mentre la frolla riposa in frigorifero prepariamo la crema al semolino.
    Nel latte versiamo a pioggia il semolino con un pizzico di sale, aggiungiamo il burro e mettiamo sul fuoco mescolando prima con una frusta e poi con il cucchiaio di legno fino a che il semolino non si stacca dalle pareti della casseruola.
    Quando è diventato tiepido vi amalgamiamo lo zucchero, le uova, la vaniglia, la cannella e la scorza d'arancia.






     

    Riprendiamo la frolla e la stendiamo in una teglia imburrata ed infarinata ricoprendo anche il bordo (fatelo leggermente più alto di quanto l'ho fatto io). Versarvi la crema di semolino e
    cuocere in forno a 170° per 40 minuti.



    Nel frattempo prepariamo la ganache al cioccolato mettendo sul fuoco la panna e quando arriva a bollore aggiungendoci la cioccolata sminuzzata e lo zucchero a velo mescolando fino a che non diventa omogenea.

    Quando è diventata tiepida la versiamo sulla crostata e mettiamo in frigorifero.


    Io ho guarnito il bordo della ganache che avevo rovinato per estrarla dalla tortiera con delle gocce di cioccolata (questo perché dovevo fare il bordo di pasta frolla più alto).

     

    Per accompagnarla un bicchierino di vin santo è l'ideale.


    Provatela!!! ^-^

    Carrot cake with cream cheese frosting - la torta di carote anglo-americana

    $
    0
    0


    La nostra tradizione in fatto di pasticceria è veramente ricca ma è bello conoscere anche quella degli altri paesi.
    La torta di carote tipicamente anglo-americana con la sua candida glassa ha un aspetto davvero invitante e  può  essere il classico dolce per una festa che può conquistare anche i nostri palati.
    Sembra che in Europa le carote  si utilizzassero fin dal Medioevo nella preparazione di dolci per la loro ricchezza di zuccheri, quando gli altri dolcificanti (come il miele) erano troppo costosi o difficilmente reperibili.
    E' una torta particolarmente umida e morbida, nel web ve ne sono molte versioni che prevedono l'uso di spezie (come cannella, noce moscata, cardamomo, chiodi di garofano, zenzero) ed anche la polpa macinata di ananas o mela (in questa ricetta se ne può aggiungere 120 ml allungando un pò il tempo di cottura), secondo i gusti si può aggiungere anche dell'uvetta e sostituire le noci con mandorle o noci pecan.
    Anche il frosting può variare: con burro, formaggio tipo Philadelphia e zucchero a velo oppure mascarpone, Philadelphia e zucchero a velo, o ancora mascarpone, panna e zucchero a velo.
    Il mascarpone rende il frosting meno piccante.
    Questa ricetta l'ho presa dal sito "Joy of baking", se si vuole renderla più leggera basta non utilizzare la glassatura di crema di formaggio, ma una volta ogni tanto si può anche fare uno strappo, giusto?

    Ingredienti:(per 2 stampi da 23 cm di diametro)

    • 100 gr di noci o noci pecan (io ho utilizzato metà noci e metà mandorle)
    • 340 gr di carote crude grattugiate finemente
    • 260 gr di farina 00
    • 1 cucchiaino di bicarbonato di sodio
    • 1 cucchiaino e 1/2 di lievito in polvere per dolci
    • 1/2 cucchiaino di sale
    • 1 cucchiaino e 1/2 di cannella in polvere
    • 1/2 cucchiaino di noce moscata grattugiata (da un'altra ricetta)
    • 4 uova grandi
    • 300 gr di zucchero semolato bianco
    • 240 ml di olio di semi di girasole
    • 2 cucchiaini di estratto di vaniglia

    Per il frosting (con burro e formaggio cremoso)


    • 57 gr di burro a temperatura ambiente
    • 227 gr di formaggio cremoso a temperatura ambiente
    • 230 gr di zucchero a velo setacciato
    • 1 cucchiaino da tè di estratto di vaniglia(o i semi di mezzo baccello di vaniglia)
    • 1 cucchiaino di scorza di arancia finemente grattugiata (facoltativo)
    • 1 cucchiaino di cannella in polvere (facoltativo)
    Qui di seguito vi dò anche altre ricette di frosting, sceglierete voi quello che più vi piace!!

    Per il frosting con burro, formaggio cremoso e mascarpone
    • 114 gr di formaggio cremoso
    • 125 gr di mascarpone
    • 125 gr di burro
    • 450 gr di zucchero a velo
    • 2 cucchiaini di estratto di vaniglia
    • 1/4 di cucchiaino di noce moscata grattugiata
    Per il frosting con mascarpone e panna
    • 225 gr di mascarpone
    • 250 ml di panna da montare
    • 150 gr di zucchero a velo
    Per il frosting con formaggio cremoso, mascarpone e panna 
    • 250 gr di formaggio cremoso philadelphia
    • 250 gr di mascarpone
    • 150 gr di zucchero a velo
    • 1 fiala di vaniglia
    • 400 ml di panna da montare
    Iniziamo a preparare le due basi.
    Per prima cosa tostiamo per 8 minuti le noci e quindi le sminuzziamo a coltello grossolanamente.
    Raschiamo quindi le carote e le grattugiamo finemente.


    In una ciotola mescoliamo la farina con il bicarbonato, il lievito per dolci, la cannella, la noce moscata ed il sale.



    In un'altra ciotola battiamo con le fruste le uova fino a farle diventare spumose,



    quindi aggiungiamo pian piano lo zucchero battendo sempre con le fruste per 3 - 4 minuti fino a che non sono bianche e spumose,



    aggiungiamo quindi a filo l'olio e l'essenza di vaniglia e per ultime le polveri battendo fino a che non sono ben amalgamate al resto del composto.



    Quindi con la spatola incorporiamo le carote grattugiate e le noci tritate grossolanamente.



    Dividiamo il composto nelle due teglie imburrate ed infarinate e sul cui fondo abbiamo disposto un disco di carta da forno (io non ho imburrato ed infarinato perché ho usato uno stampo in silicone ma ho messo ugualmente il disco di carta da forno).



    Facciamo cuocere per circa 40 minuti in forno preriscaldato a 180° e facciamo la prova stecchino.
    Appena stiepidite le giriamo su una gratella e facciamo raffreddare completamente, quindi togliamo il disco di carta da forno.



    Passiamo quindi a preparare il frosting con tutti gli ingredienti a temperatura ambiente montandoli nella planetaria con la frusta a foglia.





    Quando saranno completamente montati con una parte del frosting ricopriamo la prima base di torta alle carote, vi posizioniamo sopra il secondo disco di torta alle carote e glassiamo tutto con il restante frosting.





    Possiamo anche decorare con noci intere la parte superiore della torta o con noci sminuzzate tutto il bordo e mettiamo in frigorifero per almeno 4 ore affinché il frosting si rapprenda bene.




    Beh è veramente deliziosa, profumata di spezie, con le noci che si sentono nell'impasto ed il frosting che la rende irresistibile, se ancora non l'avete fatto......provatela, non vi deluderà!!  ^-^  

    Revani - il dolce turco di semolino per accogliere una giovane sposa di Smirne

    $
    0
    0


    Ieri sera abbiamo avuto a cena un nostro caro amico che da qualche anno si è trasferito a Milano e che pochi giorni fa ha sposato una dolcissima ragazza turca che studia lirica presso il Conservatorio.
    Il piacere di rivederlo dopo tanto tempo era grandissimo, ma volevo far sentire a casa sua anche la moglie e quindi oltre la nostra accoglienza affettuosa le ho voluto preparare anche un dolce tipo turco e la scelta è caduta sul revani
    Come al solito quando mi avvicino ad un piatto sconosciuto cerco di capirne le origini. 
    Revani è un dolce classico della cucina turca fin dal periodo dell'Impero Ottomano. 
    Sembra che gli Ottomani gli diedero questo nome dopo aver conquistato la città di Yerevan, nell'attuale Armenia, ma potrebbe anche aver preso il nome dal poeta Revani vissuto in Turchia tra il XV° ed il XVI° secolo. Non sapremo mai le vere origini del suo nome, ma ce ne faremo una ragione!
    Con nomi diversi è presente in tutta l'area del Mediterraneo orientale, ma anche nel nord dell'Africa e persino in Israele (Basbuusa in Somalia, Ravani nella Grecia meridionale, Hareesa in Maghreb - Alessandria e Giordania, Pastūsha in Kuwait).
    Le caratteristice di questo dolce sono:
    - la presenza di semolino nell'impasto (che secondo il paese in cui viene preparato può contenere anche mandorle o pistacchi tritati o cocco disidratato)
    - lo sciroppo con cui viene abbondantemente bagnato che può contenere, oltre ad acqua e zucchero, succo o scorza grattugiata di limone o di arancia, oppure acqua di fiori d'arancio o acqua di rose e spezie come chiodi di garofano e stecca di cannella.
    Alcune ricette non prevedevano yogurt nell'impasto, la stragrande maggioranza invece si ed allora ho deciso di usarlo anch'io.
    Questa volta non dò il peso degli ingredienti in grammi ma in tazze, calcolando che io ho preso come riferimento una tazza da 250 ml di capacità sperando che fosse la stessa delle loro tazze.
    Sembra infatti che spesso si riferiscano a tazza da tè, oppure tazza da caffè (che chiaramente non sarà come le nostre tazzine), comunque visto il risultato direi che il riferimento è stato giusto.

    Ingredienti: 

    Per la torta 

    • 3 uova
    • 1/2 tazza di zucchero
    • 1 tazza di yogurt
    • 1 tazza di olio di semi di mais (io un pò meno)
    • 3 cucchiai di farina 00
    • 1 tazza di semolino
    • i semi di una bacca di vaniglia
    • 1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio
    • 1 cucchiaino di lievito per dolci
    • la scorza grattugiata di 1 limone
    • un generoso pizzico di sale

    Per lo sciroppo
    • 1 tazza e 1/2 di acqua
    • 1 tazza e 1/2 di zucchero
    • il succo di mezzo limone
    • 2 chiodi di garofano
    • 1 pezzetto di stecca di cannella
    Iniziamo a preparare lo sciroppo portando ad ebollizione l'acqua con lo zucchero e le spezie, far bollire 10 minuti quindi aggiungere il succo di limone e far bollire altri 3 minuti. Far freddare completamente in frigorifero.


    Preriscaldare il forno a 180°.
    Per la torta battere bene con le fruste elettriche le uova e lo zucchero fino a che non sono bianche e spumose,


    aggiungere sempre con le fruste l'olio e lo yogurt,


    quindi tutti gli altri ingredienti sempre montando con le fruste.


    Oleare lo stampo e versarci il composto da far cuocere per 30 - 40 minuti a 180° fino a che non è dorata la superficie.




    Una volta intiepidita versarci in maniera omogenea lo sciroppo ormai freddo e far riposare tutta la notte in frigorifero.



    Il giorno dopo tagliarla a rombi facendo prima dei tagli trasversali e poi verticali.



    Le porzioni possono essere decorate in vari modi: 
    - con del cocco disidratato
    - con pistacchi o noci tritati 
    - con una mandorla intera
    con un ciuffo di panna ed un frutto di bosco (come ho fatto io).


    Normalmente non so se la ricetta sconosciuta di un paese straniero dia lo stesso risultato dell'originale, ma questa volta la sposa mi ha detto con gioia che era proprio identico al dolce che fanno nel suo paese.


    Ricorda vagamente un babà ma con una bagna analcolica ed in Turchia normalmente lo accompagnano con un caffè o un tè alla turca, ma vi assicuro che era ottimo anche accompagnato da uno spumante da dessert come lo abbiamo mangiato noi!!  ^-^ 

    Il "tortino al caffè" di Franco Aliberti un pò rivisitato

    $
    0
    0

    Giovedì scorso nella trasmissione pomeridiana "Detto Fatto" il giovane pasticciere Franco Aliberti ha proposto per le ricette dei "dolci a scarto zero" questo tortino al caffè che utilizza i fondi di caffè.
    Mi è piaciuto questo riutilizzo dei fondi che normalmente in cucina non trovano altra collocazione e  mi sono ripromessa di replicarla.

    Il primo dubbio che ho avuto è stato quello sulla presenza o meno del caffè nell'impasto, visto che tra gli ingredienti viene menzionato ma non è utilizzato nell'esecuzione.
    Io  ho deciso di non metterlo seguendo il video della trasmissione, ma l'impasto mi è venuto meno alto di quello fatto da Aliberti, forse avrei dovuto utilizzare una teglia più piccola.

    Inoltre anziché guarnire con panna ho preferito una crema pasticcera aromatizzata al rum, ma voi potete utilizzare come Aliberti della panna montata dolcificata con zucchero a velo.

    Ingredienti:

    Per la base

    • i fondi di caffè di una moka per 4 
    • 3 uova
    • 130 gr di zucchero
    • 150 gr di cioccolato fondente (dal 60% al 70%)
    • 80 gr di burro
    Per la crema al caffè  (io ne ho fatta una dose e 1/2)
    • 200 gr di latte
    • 30 gr di acqua
    • 1 tazzina di caffè
    • 40 gr di zucchero ( io ne ho messi 50 gr, era poco dolce)
    • 50 gr di farina
    Per la crema pasticcera aromatizzata al rum
    • 250 gr di latte 
    • 2 tuorli d'uovo
    • 2 cucchiai di zucchero
    • 2 cucchiai colmi di farina
    • 1/2 fiala di aroma rum
    Iniziamo a preparare le creme.

    Per quella al caffè in un tegame mescoliamo lo zucchero con la farina, quindi aggiungiamo tutti i liquidi e mescolando continuamente con una frusta portiamo a bollore e facciamo bollire per circa 2 minuti.


    La versiamo in una pirofila ed una volta intiepidita la copriamo con una pellicola a contatto con la crema e la facciamo freddare in frigorifero.

    Per la crema pasticcera seguite il procedimento classico di sempre aromatizzandola con l'aroma di rum e fate freddare allo stesso modo coperta con pellicola a contatto in frigorifero.


    Passiamo quindi a preparare l'impasto.
    Mettiamo a fondere in un recipiente a bagnomaria o nel microonde il cioccolato con il burro e una volta ben mescolato lasciamo raffreddare.

     
    Montiamo i tuorli con metà dello zucchero fino a che sono gonfi e bianchi e vi aggiungiamo anche i fondi di caffé sempre con le fruste.




    A parte montiamo le chiare da sole per qualche secondo con le fruste, ci aggiungiamo poco per volta  lo zucchero sempre con le fruste fino a che non sono piuttosto sostenute.


    Uniamo al composto di uova il cioccolato fuso con il burro e per ultime delicatamente le chiare montate con la metà dello zucchero.



    Versiamo in una teglia foderata di carta da forno e facciamo cuocere per 40 minuti in forno già caldo per 40 minuti.


    Una volta fredda la base ne ritagliamo dei rettangoli (o dei quadrotti).


    Farciamo un rettangolo con la crema al caffè aiutandoci con la sac à poche o con una siringa e vi poniamo sopra un secondo rettangolo.



    Quindi passiamo a decorare anche il secondo strato con la crema al caffè nella parte centrale e crema pasticcera aromatizzata al rum ai lati.



    Possiamo servire il tortino al caffè accompagnandolo con altra crema pasticcera aromatizzata al rum o con panna.


    Veramente squisito ed il sapore leggermente tostato dei fondi di caffè che si sposa perfettamente con quello del cioccolato dà un gusto particolare al tortino.


    Non resta che provarlo e magari variando la crema da abbinare a quella al caffè ogni volta avrà un gusto particolare!! 
    E bravo Aliberti!!  ^-^ 

    Il "ciambellone all'acqua" di Anna Moroni, ottimo anche per chi è intollerante al lattosio

    $
    0
    0

    Questo settembre ci sta finalmente regalando delle splendide giornate e per quei pochi fortunati che hanno deciso di andare in vacanza ora (liberi dagli impegni scolastici dei figli) il tempo è stato veramente clemente. Temperature piacevoli, cicale che ancora si fanno sentire dopo il silenzio forzato di giornate sconvolte dai temporali, i grilli che rendono piacevoli le serate all'aperto ad ammirare il cielo stellato, peccato che per molti sia già da un pò ricominciata la solita routine.
    Una colazione frettolosa se non un caffè tracannato prima di uscire per andare a lavoro o a scuola, pronti ad affrontare il solito traffico con un occhio all'orologio sperando di non arrivare in ritardo.
    Ed allora prepariamo qualcosa che renda piacevole il risveglio, una torta da mangiare con calma, rubando qualche minuto alla corsa frenetica della giornata.

    Questa ricetta di Anna Moroni che presentò la prima volta a "La prova del cuoco" parecchi anni fa la segnai nel mio vecchio quaderno delle ricette ed è diventata un classico se voglio ottenere in poco tempo un ottimo ciambellone per la prima colazione o una sana merenda per i bambini (bambini che nel frattempo sono diventati decisamente grandi), tenendo conto poi del fatto che con contiene derivati del latte è perfetta per chi soffre di intolleranza al lattosio.
    Potete sostituire parte dell'acqua prevista nella ricetta con 50 grdi succo d'arancia o con 50 gr di rum, arricchirla con gocce di cioccolato o farla marmorizzata aggiungendo a metà impasto 2 cucchiai di cacao amaro.
    Volendo potete anche fare un letto di frutta caramellata sul fondo della teglia da ciambella prima di versarvi l'impasto.
    Direi che è una ricetta veramente versatile.


    Ingredienti:
    • 3 uova intere
    • 250 gr di zucchero semolato
    • 130 ml di olio di semi di girasole
    • 130 ml di acqua
    • 250 gr di farina 00
    • 1 bustina di lievito vanigliato per dolci
    • un pizzico di sale
    • mezza fialetta di aroma al rum (aggiunta da me)
    Questa volta direi che di passaggi da farvi vedere ce ne sono veramente pochi.

    Per prima cosa riscaldare il forno a 180°.
    In quella trasmissione la Moroni disse di unire gli ingredienti nell'ordine lavorandoli nel mixer fino ad avere un composto ancora piuttosto liquido ma omogeneo e ben montato.


    Versarlo quindi in uno stampo per ciambella ben imburrato ed infarinato e far cuocere a 180° per 45 minuti.


    Una volta raffreddato togliere il ciambellone dallo stampo capovolgendolo su un piatto da portata.

    Guarnire con una generosa spolverizzata di zucchero a velo.


    La Moroni consigliò di accompagnarlo con una CREMA INGLESE fatta con:
    - 500 gr di latte caldo - 5 tuorli d'uovo - 180 gr di zucchero 
    e cuocendola a bagnomaria.

    Secondo me è perfetto anche accompagnato da una crema al cioccolato o da una cucchiaiata di Nutella per i più golosi.

    Io l'ho accompagnato con gelatina e confettura di more fatta da me, è morbidissimo, umido e leggero, una colazione perfetta anche per chi è intollerante al lattosio.



    Una ricetta semplice ma davvero gustosissima perché spesso le cose semplici sono anche le più buone!!  ^-^
    Viewing all 491 articles
    Browse latest View live